Il commento alle letture del 23 gennaio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Tu sei il Figlio di Dio!
GIOVEDÌ 23 GENNAIO (Mc 3,7-12)
Per odio, gli spiriti immondi rivelano che Gesù è il Figlio di Dio, il suo Messia. Vogliono la sua rovina. I figli d’Israele non attendono un Messia Crocifisso. Per essi il Cristo di Dio è un nuovo Davide che abbatte tutti i Golia del mondo e libera la loro terra da ogni invasione straniera. Questo Messia non solo non è secondo la verità di Dio, ma neanche avrebbe avuto vita lunga sulla terra. Per Roma c’era un solo re e un solo imperatore. Tutti gli altri andavano eliminati o ridotti a sudditanza. Il Messia delle profezie ha una missione universale particolarissima: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Is 42,1-7). Il vero Messia è portatore di luce, speranza vera, autentica liberazione.
Ma il Messia delle profezie è avvolto dall’indicibile sofferenza: “Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?” (Is 50,4-9). Sappiamo che un Messia crocifisso come rivela San Paolo ai Corinzi è scandalo e stoltezza: “Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,21-25). Queste non sono che solo due delle moltissime profezie sul Messia che troviamo nella Legge, nei Profeti, Nei Salmi. La grande sofferenza è essenza della missione del Cristo di Dio. Essa è tutta descritta e profetizzata nei più piccoli dettagli.
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Gesù non vuole che la sua identità venga svelata e impone agli spiriti impuri severamente di non svelarla. La via della fede non passa oggi per la rivelazione, ma per la storia. Prima si deve compiere tutto quanto è scritto per Lui nella Parola di Dio e poi si potrà predicare la sua verità e identità senza più alcuna riserva. Gesù è nello Spirito Santo e conosce che oggi non vi è altra via se non quella della storia. Chi è nello Spirito di Dio saprà sempre per quale via si deve pervenire alla verità. Chi non è nello Spirito Santo sempre camminerà secondo vie errate e provocherà seri danni.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai percorriamo vie di errore e di menzogna.