Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 22 Marzo 2022

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MARTEDÌ 22 MARZO – TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA [C]

Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello. 

Leggiamo la parabola di Gesù servendoci della regola d’oro così come essa è annunciata nel Vangelo secondo Matteo: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7,7-12). Il Padrone se fosse lui al posto del servo che gli deve diecimila talenti, di certo vorrebbe che il suo debito venisse condonato. Poiché lui vorrebbe il condono totale, il condono totale dona al suo debitore. Così facendo rivela la sua grande pietà, la sua compassione senza misura. Veramente la sua misura di pietà è traboccante. Diecimila talenti sono una somma altissima. Sono una somma impagabile. Mai il debitore avrebbe potuto saldare il suo debito. È umanamente impossibile. È un debito infinito. Può essere saldato solo per compassione, per misericordia, per pietà.

Cosa avviene subito dopo? Avviene che colui al quale il debito era stato condonato incontra un suo compagno di lavoro e questi deve a lui solo cento denari. Sono un niente in rapporto al debito che è stato estinto per compassione. Su di lui si era manifestata tutta la pietà del padrone. Lui però non ha pietà, non manifesta alcuna compassione. Si rivela in tutta la cattiveria e malvagità del suo cuore. Chiede che il debito venga saldato all’istante. L’altro invoca compassione, ma invano. Per lui non c’è alcuna pietà e viene sbattuto in carcere finché non avesse saldato il suo debito. Ecco in cosa consiste la malvagità di quest’uomo: lui chiede compassione e la riceve. A lui è chiesta compassione e non la dona. Anzi mostra tutta la cattiveria e malvagità del cuore. Quanti sono presenti vedono cosa fa il servo all’altro servo e subito informano il padrone dell’accaduto. Il padrone chiama il servo, gli ritira la compassione datagli precedentemente e gli impone di saldare tutto il suo debito fino all’ultimo spicciolo. Tu non hai avuto compassione e neanche io ne avrò verso di te.

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Cosa ci vuole insegnare Gesù attraverso questa parabola? La stessa verità che già ci aveva rivelato nella preghiera del Padre nostro: “E rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Mt 6,12-15). Siamo noi che diamo al Signore la misura del suo perdono. Se noi perdoniamo Lui ci perdona. Se noi non perdiamo neanche lui ci perdona. Se noi gli diamo una misura senza misura anche la sua misura sarà senza misura. Se noi gli offriamo una misura di grettezza e di ristrettezza anche la sua misura sarà gretta e ristretta. Se poi gli diamo una misura di malvagità e di cattiveria, per noi il Signore non potrà avere né pietà, né compassione, né misericordia.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 18,21-35

Oggi sono molti i discepoli di Gesù che gridano che il Signore è solo misericordia, solo compassione, solo pietà. Costoro parlano di un Dio e di un Signore da essi immaginato, fabbricato con la fusione dei loro pensieri che sono pensieri di tenebra e non di luce. Il Dio di Gesù Cristo è invece il Dio che perdona senza misura a condizione che anche l’uomo perdoni senza misura. Perché noi dobbiamo perdonare? Perché anche noi abbiamo bisogno di essere perdonati. Perché dobbiamo avere sempre compassione? Perché anche noi abbiamo bisogno di perenne e ininterrotta compassione. Siamo noi la misura della compassione del nostro Dio. Madre ricca di compassione insegnaci ad amare come tu ami.