Il commento alle letture del 22 Maggio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia
VENERDÌ 22 MAGGIO (Gv 16,20-23)
La gioia degli Apostoli è il Signore. Perché dopo la risurrezione nessuno potrà togliere ai discepoli Gesù, che è la loro gioia? Perché Gesù risorge con un corpo spirituale, oltre che glorioso, incorruttibile e immortale, ed è proprio del corpo spirituale poter essere contemporaneamente in ogni luogo del cielo e della terra, del tempo e dell’eternità, ma anche personalmente e tutto di ogni singolo Apostolo. Il corpo di carne è limitato. Il corpo di spirito è illimitato. Ad esempio, lo stesso corpo è presente di una presenza reale in tutte le ostie consacrate della terra. Se Gesù è singolarmente con ogni Apostolo – e anche con ogni discepolo – potrà esistere nel mondo una sola potenza capace di impedire che Gesù sia con ogni membro del suo corpo? È sufficiente leggere gli Atti degli Apostoli e si potrà osservare che sempre Gesù è con il suo corpo, che è la Chiesa. Non c’è Cristo senza la Chiesa, non c’è la Chiesa senza Cristo Gesù. Cristo Gesù e la Chiesa sono una sola vita, non due, per sempre.
Nell’Apocalisse viene rivelato che è Gesù il Signore che ha in mano il libro della storia di tutta l’umanità. Tempo ed eternità sono nelle sue mani: “E vidi, nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli». Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue, uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e hai fatto di loro, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra». E vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione” (Ap 5,1-14). Se Gesù è il Signore, vi sarà qualcuno che potrà strapparci dalla mano del Signore per farci precipitare in una tristezza e angoscia eterna? Solo la singola persona può decidere, nella stoltezza, di lasciare Gesù. Nessun altro mai potrà.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Oggi una fortissima tentazione sta investendo i cristiani. Sta facendo loro esiliare Gesù dalla loro vita e dalla vita del mondo. Molti discepoli soffrono di un forte complesso di inferiorità dinanzi alle altre religioni. Siamo come ai tempi dei figli d’Israele. Questi, soffrendo lo stesso complesso del Dio invisibile, si aggrappavano agli idoli visibili dei pagani. Ma quelli erano solo oggetti, materia, nullità, vanità. Qual è stato il frutto più amaro dell’idolatria? Divennero loro inutilità e vanità come gli idoli da essi adorati.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberateci da questo stolto e insano complesso di inferiorità.