Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Gesù mostra all’uomo che non solo possiede la facoltà di discernere e separare cosa da cosa; questa facoltà la usa e la sa usare anche bene. Se infatti vede salire una nuvola da ponente, subito dice: “Arriva la pioggia”. E la pioggia arriva. L’uomo sa, osservando le nuvole, cosa succederà a breve termine di tempo. Quella del discernimento è una bella qualità. Il discernimento dona all’uomo la possibilità di ragionare, dedurre, prevedere, dare un orientamento alla sua vita, far sì che scelga una cosa anziché un’altra, sempre per il suo più grande bene. Chi è incapace di discernere, è anche incapace di ragionare, di scegliere, di orientarsi, di dirigersi verso ciò che è il meglio per sé e per gli altri.
L’uomo non è capace di discernere unicamente quali saranno i frutti di un solo vento, in particolare del vento che viene da ponente. È capace di discernere e di valutare gli effetti di tutti i venti. Infatti quando soffia lo scirocco dice: “Farà caldo” e il caldo viene. L’uomo possiede questa facoltà, la usa, la sa usare bene. È questo un fatto, una realtà. È storia. Lo si vede. Lo si constata. Su questo discernimento si fonda l’intera esistenza. Ora Gesù aggiunge: perché usate solo il vostro discernimento per le cose che vi stanno a cuore, per il tempo o per altro, e vi astenete dall’usarlo per valutare questo tempo, cioè il tempo della presenza del Figlio dell’uomo in mezzo a voi? La facoltà del discernimento data da Dio non si limita ad alcune cose, mentre altre le esclude.
- Pubblicità -
Essa deve abbracciare tutta intera la vita dell’uomo sulla terra. Qualsiasi cosa succede, avviene, è proprio dell’uomo saperla discernere. Se voi non vi servite del vostro discernimento per valutare questo mio tempo, allora è segno che siete ipocriti. Mascherate la vostra cattiva volontà come assenza di facoltà di discernere. Si tratta però solo di una maschera. Voi avete già valutato il mio tempo e poiché non vi conviene perché vi dovreste convertire, allora fingete di non saperlo valutare, discernere, vederlo nella sua più piena verità. L’ipocrisia è vera piaga, è lebbra maligna, è cancro che divora la verità e la stritola nell’ingiustizia. I frutti di questo soffocamento sono amari, tristi, di morte. L’ipocrisia di scribi e farisei ha condotto Gesù al supplizio della croce.
Ogni uomo ha questa facoltà: giudicare da se stesso ciò che è giusto. Se può giudicare, lo deve anche. Lo deve per il più grande bene della sua vita. Se omette di giudicare da se stesso ciò che è giusto, potrebbe venire a trovarsi in gravissimi danni per sé e per gli altri. Il poter giudicare da se stessi ciò che è giusto è vera salvezza, vera liberazione da ogni male, vera redenzione preventiva della propria vita. Ora Gesù dona un esempio volendoci aiutare a comprendere bene quanto sia importante il discernimento su ciò che è giusto per noi. Se falliamo questo discernimento è la nostra fine. Tutta la nostra vita futura potrà venire compromessa dal fallito, mancato, non operato discernimento.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 12,54-59
Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Tu – dice Gesù – hai deciso di intentare una lite con il tuo avversario davanti al magistrato. Il magistrato giudica ciò che è giusto secondo la legge. Giudica e stabilisce. Giudica e stabilisce per sempre. Prima di arrivare dinanzi al magistrato, perché non valuti da te stesso ciò che è giusto, ciò che è il meglio per te e ti metti d’accordo con il tuo avversario? Se tu fai questo, il tuo avversario non è il magistrato. Troverete una via di pace convenevole per l’uno e per l’altro. Se tu invece lasci che sia il magistrato a stabilire il giusto secondo la legge ti potrebbe succedere che lui ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Da un male più piccolo, per la tua ipocrisia, sei finito in un male molto più grande. Dalla libertà che avresti sempre potuto godere nella valutazione del giusto, sei finito nella perdita della libertà. Ora ti trovi in prigione per tua colpa, per la tua ipocrisia, perché ti sei rifiutato di operare quel sano discernimento che nella tua buona volontà avresti potuto benissimo operare. Qual è il risultato della tua ipocrisia?
La perdita della libertà e la condanna a pagare fino all’ultimo spicciolo. La prigione e in più l’obbligo di pagare ogni cosa. Se invece tu avessi usato il discernimento, avresti pagato molto di meno, non saresti finito in prigione. La verità “profetizzata” da Gesù è duplice: l’uomo può discernere da se stesso ciò che è giusto. L’uomo non discerne per ipocrisia. Non discerne perché il discernimento obbliga a seguire ciò che è giusto. Quale sarà però il frutto del non discernimento? Una doppia pena: la perdita della libertà e per chi omette di discernere la verità della salvezza, anche la perdita della libertà eterna con la dannazione.
Dinanzi alla predicazione di Gesù l’uomo è capace di un vero, santo, giusto discernimento. Se è capace, lo deve fare. Se non lo fa è per alta ipocrisia, per rinunzia, per grave omissione. Quale il frutto di questo mancato discernimento: la possibilità della sua dannazione eterna. Chi non discerne, non discerne perché non vuole. Non è uno stolto. Si dichiara tale. È questa l’ipocrisia che Gesù vuole abbattere nell’uomo. Possiamo discernere. Dobbiamo discernere. Nel discernimento è il meglio per ognuno di noi. Nel discernimento l’uomo compie se stesso in ogni bene. Ecco come il Libro del Siracide descrive l’uomo secondo Dio. È una rivelazione che merita ogni nostra attenzione.
“Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo. Le loro vie sono sempre davanti a lui, non restano nascoste ai suoi occhi. Fin dalla giovinezza le loro vie vanno verso il male, e non sanno cambiare i loro cuori di pietra in cuori di carne. Nel dividere i popoli di tutta la terra su ogni popolo mise un capo, ma porzione del Signore è Israele, che, come primogenito, egli nutre istruendolo e, dispensandogli la luce del suo amore, mai abbandona. Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, e i suoi occhi scrutano sempre la loro condotta. A lui non sono nascoste le loro ingiustizie, tutti i loro peccati sono davanti al Signore. Ma il Signore è buono e conosce le sue creature, non le distrugge né le abbandona, ma le risparmia” (Sir 17.1-21). La Madre di Dio ci ottenga il dono del vero e santo discernimento che può avvenire solo se noi camminiamo nello Spirito Santo e da Lui ci lasciamo governare.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.