Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
È, questo, il fuoco dello Spirito Santo. Questo fuoco divino solo Gesù lo potrà accendere. Ma può accenderlo solo con la sua passione, morte e risurrezione. Gesù vorrebbe che questo fuoco fosse già acceso. I tempi ancora però non sono compiuti e Lui deve limitarsi a vivere con questo immenso, grande desiderio nel suo cuore. Sul fuoco dello Spirito Santo ecco cosa narrano gli Atti degli Apostoli: “Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (At 2,1-4).
La stessa verità è annunziata da Giovanni il Battista nella sua predicazione: “Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile»” (Lc 3,15-17).
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Questo fuoco sarà gettato sulla terra solo al momento della morte in Croce. È allora che lo Spirito viene versato come acqua che sgorga dal lato destro del Nuovo Tempio di Dio che è Cristo Signore: “Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. (Gv 19,31-36). Questo desiderio di gettare fuoco sulla terra è il fine stesso della missione di Gesù. Essendo il fine stesso della sua missione è anche il fine della sua vita. In Gesù fine della missione e fine della vita sono una cosa sola. La sua vita è la sua missione. La sua missione è la sua vita. La nostra vita vale se è colma di desideri forti. Se i desideri sono deboli, debole è anche la nostra vita, debole la nostra missione. Se invece i desideri sono forti, forte è la nostra vita e forte anche la nostra missione. Questo vuol dire che dobbiamo noi coltivare forti desideri nel cuore, ma anche che dobbiamo creare nei cuori questi desideri forti. La pastorale dovrebbe essere creazione di desideri forti nel cuore di tutti. Sovente invece viene ridotta a pratiche più o meno apatiche e indifferenti.
Pace è da intendersi qui come unione e unità tra gli uomini senza verità, senza Parola, senza Vangelo, senza fede, senza obbedienza. Una pace che sarebbe il frutto della libertà di ognuno di fare ciò che vuole. Gesù non è venuto a portare né questa unione né questa unità. Lui è venuto per portare la divisione. Lui è venuto non ad unire gli uomini, bensì a dividerli, a separarli, a porli gli uni contro gli altri. È questa la divisione. Leggiamo prima i versetti che seguono, perché solo alla fine sarà possibile dire con sapiente chiarezza e intelligente precisione cosa Gesù ha voluto rivelarci.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 12,49-53
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Ecco la divisione. Questa non avviene all’interno di una società nella quale gli uni sono estranei e forestieri per gli altri. La divisione avviene nell’ambito di uno stesso nucleo familiare. In una famiglia di cinque persone saranno divisi tre contro due e due contro tre. Nella stessa famiglia non c’è pace. Nella stessa famiglia c’è divisione. Quali saranno le regole di questa divisione, se è possibile parlare di regole? Regole per la divisione non ce ne stanno. Non ne esistono. Ognuno si dividerà dall’altro. Ognuno si porrà contro l’altro. Tutto questo avverrà indifferentemente da chi è padre, madre, figlio, figlia, suocero, nuora. Ognuno, nessuno escluso, può essere diviso dall’altro.
Di che pace e di che divisione esattamente si tratta? Gesù non è venuto per coprire la verità, la fede, la volontà del Signore. Non è venuto per nascondere il peccato del mondo. Non è venuto neanche per assoggettare a sé tutti i popoli e fare un regno nel quale il popolo del Signore sarebbe stato il padrone assoluto del mondo imponendo la sua pace, sul modello della pace salomonica: “Salomone dominava su tutti i regni, dal Fiume alla regione dei Filistei e al confine con l’Egitto. Gli portavano tributi e servivano Salomone tutti i giorni della sua vita. I viveri di Salomone per un giorno erano trenta kor di fior di farina e sessanta kor di farina comune, dieci buoi grassi, venti buoi da pascolo e cento pecore, senza contare i cervi, le gazzelle, i caprioli e i volatili ingrassati. Egli, infatti, dominava su tutto l’Oltrefiume, da Tifsach a Gaza su tutti i re dell’Oltrefiume, e aveva pace dappertutto all’intorno. Giuda e Israele erano al sicuro; ognuno stava sotto la propria vite e sotto il proprio fico, da Dan fino a Bersabea, per tutti i giorni di Salomone” (1Re 5,1-5).
Non è questa la pace che Gesù è venuto a portare sulla terra. La sua è di natura totalmente diversa. La sua è un’altra pace. La sua è la pace del ritorno dell’uomo nella sua vera umanità; è liberazione dall’idolatria e dal peccato. La divisione che Gesù è venuto a portare è una divisione di scelta tra Dio e il mondo, tra Dio e Satana, tra Dio e la ricchezza; tra Dio e il peccato; tra la Parola di Dio e la parola della creatura. La divisione è perché si prendono strade diverse. Chi prende la strada del Vangelo camminerà sulla via di una perenne obbedienza a Dio. Chi invece prende la strada della falsità, della menzogna percorrerà una via opposta. Ecco la divisione. La divisione si fa poi guerra, contrasto, sorda opposizione da parte di coloro che hanno scelto una via di menzogna contro coloro che hanno scelto la via della verità.
Poiché la scelta è personale, non è più tribale, né familiare, né di un popolo, nella stessa famiglia, nello stesso popolo, nella stessa tribù chi ha scelto la via della menzogna si scaglierà contro chi ha scelto la via della verità. La prudenza e la saggezza di chi ha scelto la via della verità è una sola: guardarsi sempre da coloro che hanno scelto la via della menzogna. Questi vogliono la sua eliminazione non solo spirituale ma anche fisica. Gesù è stato eliminato dal suo popolo. È stato il suo popolo a consegnarlo nelle mani dei Romani. Chi percorre la via del male, chi non vuole passare nella via della verità e della giustizia secondo Dio non riconosce più nessuno: né il padre, né la madre, né il figlio, né la suocera, né la nuora. La menzogna acceca e la falsità oscura la mente perché non si veda più neanche il legame del sangue. Questa verità ci vuole insegnare Gesù, in modo che i suoi discepoli vivano nella più grande prudenza, accortezza, sapienza. Regina della pace, vieni in nostro soccorso. Aiuta ogni tuo figlio perché viva da vero discepolo di Cristo Signore. Solo nel suo corpo regna la pace e sono figli della pace tutti coloro che vivono come suo vero corpo. Tu ci aiuterai e noi manifesteremo la bellezza e l’armonia della pace che è in Cristo Gesù.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.