Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 21 Maggio 2021

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E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»

VENERDÌ 21 MAGGIO (Gv 21,15-19)

Immediatamente prima della passione, morte, risurrezione del Signore, nel Cenacolo, prima della cattura, Gesù aveva profetizzato a Pietro che lo avrebbe tradito per tre volte: “Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli” (Mt 26,20-35). Nel Cenacolo Pietro è sicuro di sé. Mai lui avrebbe rinnegato il Signore. La storia poi rivela qual è la nostra forza, la nostra convinzione, la nostra fede. Tutto la storia rivela di noi: “Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente” (Lc 22,54-69). Quanto Gesù ha detto si è puntualmente compiuto nella stessa notte, prima del canto del gallo. Ecco invece cosa accade dopo la risurrezione di Gesù, lungo le rive del Mare di Galilea.

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Dopo la triplice professione di amore, Gesù rivela a Simone con quale morte avrebbe glorificato il suo Signore e Dio. Poi lo invita a seguirlo. Con questa chiamata Gesù attesta agli altri suoi Apostoli che Simon Pietro ormai è persona nuova. Lui si fida e anche loro si dovranno fidare. Simone può pascere pecore e agnelli. Mai più rinnegherà il suo Maestro. Certo, la caduta nella notte della passione gli servirà perché sempre si ricordi che cadere è facile. Sempre dovrà tenere nel cuore che come è stato perdonato e chiamato da Gesù, anche lui domani dovrà confermare i suoi fratelli, quando cadranno. Lui dovrà aiutarli perché si rialzino. Sono queste le qualità richieste ad ogni pastore del gregge di Cristo Gesù. Lui dovrà imitare sempre il suo Maestro: “Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia” (Ez 34,15-16). Questo potrà avvenire quando l’amore per Cristo supererà ogni altro amore. Ecco perché Simone dovrà amare Gesù più di ogni altro suo discepolo. Dovendo lui pascere pecore e agnelli, dovrà avere un amore così grande da superare quello di tutte le pecore e di tutti gli agnelli. Lui dovrà amare le pecore fin sulla croce.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci un amore grande per Cristo Signore.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.