Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 21 Gennaio 2021

Si gettavano su di lui per toccarlo

GIOVEDÌ 21 GENNAIO (Mc 3,7-12)

L’uomo è un assetato di luce vera, bene vero, speranza vera, giustizia vera, misericordia vera. Noi abbiamo trasformato il Vangelo, che è il dono di verità, giustizia, redenzione, salvezza vita eterna, che il Padre ha fatto a noi, donandoci il Figlio suo, in un sistema di teologia e in delle verità che sono solo annunziate. L’uomo è storia. La Verità eterna si è fatta storia. Anche la carità eterna si è fatta storia, perché Dio nel Figlio suo si è fatto storia. Ora spetta ad ogni discepolo di Gesù far sì che per lui e in lui, il Vangelo si faccia storia, o meglio Cristo in lui e per lui si faccia storia oggi per essere verità, carità, misericordia, giustizia, salvezza, redenzione, speranza visibile e non solo invisibile. Senza la visibilità la verità non è verità e senza la storia il Vangelo non è il Vangelo. Neanche Cristo senza la nostra storia che lo rende visibile è il vero Cristo Signore.

Ecco un insegnamento che viene a noi dall’Apostolo Giacomo: “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla” (Gc 1,22-25). Il Vangelo si dice e si vive. La verità si annunzia e si manifesta. La carità si predica e si mostra concretamente nella nostra storia quotidiana. Così agiva Gesù Signore.

Così l’Apostolo Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi a proposito della carità di Cristo Gesù: “E come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa. Non dico questo per darvi un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dallo scorso anno siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma anche a volerla. Ora dunque realizzatela perché, come vi fu la prontezza del volere, così vi sia anche il compimento, secondo i vostri mezzi. Se infatti c’è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede. Non si tratta infatti di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno” (2Cor 8,7-15). La carità di Cristo Gesù è così efficace che è sufficiente toccare il suo corpo per essere sanati, guariti, purificati, mondati da ogni male. Una sua parola basta per liberare i corpi dagli spiriti impuri. Chi è corpo di Cristo deve agire come Cristo, ricco di verità, amore, santità.

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

La fede del discepolo di Gesù, la sua carità e la sua speranza non devono essere solo invisibili, nascosti nel suo cuore o nel profondo della sua anima. Devono essere visibili e sono visibili se operano frutti non solo per chi le possiede, ma molto di più per gli altri, che hanno bisogno di vedere, toccare, sperimentare, gustare il bene per convertirsi a Cristo. Chi non vede Cristo come fa a convertirsi a Lui? Il cristiano è visibilità di Cristo.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che noi siamo la manifestazione di Gesù.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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