Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Ecco cosa insegna la Scrittura Santa sulla Parola di Dio, a noi data come lampada: “Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno. Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici, perché esso è sempre con me. Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti. Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti. Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero, per osservare la tua parola. Non mi allontano dai tuoi giudizi, perché sei tu a istruirmi. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca. I tuoi precetti mi danno intelligenza, perciò odio ogni falso sentiero. Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Ho giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi. Sono tanto umiliato, Signore: dammi vita secondo la tua parola. Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi. La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge. I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore. Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti, in eterno, senza fine” (Salmo 119, 97-112).
“Figlio mio, osserva il comando di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre. Fissali sempre nel tuo cuore, appendili al collo. Quando cammini ti guideranno, quando riposi veglieranno su di te, quando ti desti ti parleranno, perché il comando è una lampada e l’insegnamento una luce e un sentiero di vita l’istruzione che ti ammonisce: ti proteggeranno dalla donna altrui, dalle parole seducenti della donna sconosciuta (Pro 6,20-24). La lampada che si accende è la Parola di Dio nel cristiano. Il cristiano, accesa la Parola di Dio nella sua vita, diviene vera lampada accesa. Egli diviene luce di Cristo nel mondo. “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. (Mt 5,13-16).
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Come nessuno accende una luce per metterla sotto un vaso o sotto il letto, ma sul candelabro, affinché chi entra possa vedere la luce, così è il cristiano. Egli deve essere acceso e posto sul candelabro del mondo, della storia, in mezzo alla città, perché tutti quelli che lo incontrano possano vedere la luce vera e lasciarsi anche loro illuminare da essa. È il cristiano la luce del mondo. È lui che il mondo deve vedere acceso. È dalla sua luce che può risalire alla luce di Gesù Signore. È dalla sua verità che potrà raggiungere e conquistare la verità di Cristo Gesù. Il cristiano è il punto di incontro tra Cristo e il mondo. Se il cristiano nasconde la sua luce, perché la mette sotto il vaso dei vizi o sotto il letto del peccato, il mondo rimarrà per sempre nelle tenebre, perché nessuna luce brilla sopra di esso. Al cristiano altro non è chiesto se non di brillare. Brillerà con le sue opere buone. Brillerà togliendo dalla sua vita il vizio e il peccato.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 8,16-18
Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Nessuno pensi di poter fare le cose di nascosto. Nessuno pensi che ciò che lui fa rimanga nel nascondimento. Rimane nascosto e nel nascondimento tutto ciò che non sarà mai fatto. Quanto invece viene fatto anche nel segreto più segreto sarà sempre manifestato. Quanto avviene nel buio più buio sarà sempre portato in piena luce. Gesù non vuole dei discepoli ipocriti, falsi, ingannatori, mentitori, che illudono il mondo. Li vuole invece veri, sinceri, aperti, capaci di grande responsabilità. Soprattutto non vuole che questi vivono di illusione: che i loro misfatti e i loro peccati possano rimanere nascosti, nel buio, nel segreto. Tutto ciò che essi faranno, sarà sempre conosciuto da tutti. Tutti sapranno cosa essi stanno facendo. Dio non mette nessun velo sul loro peccato e nessuna coperta sui loro vizi. Quanto da essi sarà fatto nel nascondimento, nel segreto, nel buio il giorno dopo apparirà alla luce. Tutti sapranno la loro condotta. Il cristiano deve essere persona che agisce sempre alla luce del sole. Niente lui deve fare nel nascondimento.
Altro errore che il discepolo di Gesù deve evitare è questo: cullarsi perché ha ricevuto da Dio ogni cosa. Chi produce il dono di Dio, mettendolo a frutto, da Dio sarà beneficato con altri doni spirituali ed anche materiali. Chi invece non mette a frutto il dono di Dio, chi vive da infingardo e da accidioso, perde anche quello che ha ricevuto. Chi non lavora con profitto nel campo di Dio, pensa di avere qualche dono, ma alla fine si accorge di non possedere niente. Ognuno è esortato da Gesù a comportarsi sempre da buon terreno, producendo sempre buoni frutti per il Signore a beneficio del mondo intero. O la Parola ascoltata si mette a frutto, o alla fine ci si ritroverà senza Parola nel cuore. Gesù Signore vuole che nessun suo discepolo viva con questa illusione nel cuore: essere nella Parola, mentre si è solo senza e fuori della Parola. La fruttificazione è la sola certezza che abbiamo di essere sempre con la Parola e della Parola.
La parola di Dio è lampada che deve illuminare ogni uomo, affinché veda la luce della verità e la segua. Ma quando in verità la Parola di Dio è lampada che guida i passi dell’uomo? La Parola di Dio è lampada quando arde e risplende attraverso la vita del cristiano. Possiamo paragonare la Parola di Dio allo stoppino di una lampada. Lo stoppino è l’anima della lampada. Senza di esso l’olio non brucia. Senza l’olio lo stoppino consuma se stesso in pochi istanti senza fare alcuna luce. Invece immerso lo stoppino nell’olio e attingendo e succhiando olio, esso brucia, riscalda, illumina, rischiara, fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così è della Parola di Dio. Essa è lo stoppino che deve attingere l’olio dalla vita del cristiano. Attingendo la sua linfa vitale dal cristiano la Parola di Dio illumina e riscalda, dona chiarore e calore, fa sì che tutti possono essere rischiarati dalla sua luce. La falsità che regna intorno alla Parola di Dio oggi è proprio questa: si vuole la luce dalla parola, ma senza l’olio del cristiano. Si vuole il chiarore ed il calore del Vangelo senza però che il Vangelo attinga la sua forza dalla vita di verità e di santità del cristiano. Come Gesù è stato la luce della sua parola e la sua vita era la lampada che ardeva e brillava dinanzi ad ogni uomo, così dicasi del cristiano. È lui la lampada che deve illuminare il mondo. Gesù lo dice: “Voi siete la luce del mondo”. “Voi, non la parola. Voi stessi date il vostro olio, l’olio della vostra santità, alla parola perché brilli e illumini”.
Il cristiano è costituito da Gesù sua Parola, sua verità, sua giustizia, suo pensiero. La Parola del discepolo deve essere vera Parola di Gesù. Parola e discepolo devono essere una cosa sola. Chi vede il discepolo vede la Parola. Se il discepolo non è luce, non è Parola, è segno che lui è venuto meno non nella sua missione, ma nella sua natura. Lui è luce per natura. Il discepolo per natura è luce. Lui è corpo di Cristo, Luce del mondo. Come Cristo Gesù è Luce posta sul candelabro della croce e da Crocifisso illumina il mondo intero, così deve essere il discepolo: luce che illumina il mondo. Gesù non è la Luce dei soli discepoli. Lui è la Luce del mondo. I discepoli sono coloro che si sono lasciati, si lasciano illuminare dalla sua luce, divenendo luce in Lui. Così anche il discepolo: lui è luce degli altri discepoli e del mondo. Non è luce per natura, ma per essenza cristica acquisita, per partecipazione della natura divina, che è Luce eterna. È luce perché tempio dello Spirito Santo. È questa natura che deve illuminare, facendo la differenza con le altre nature. Ci aiuti in questo la Madre di Dio.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.