GIOVEDÌ 20 GENNAIO – SECONDA SETTIMANA DEL T.O. [C]
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo
La Sapienza attrae a sé per la sua bellezza. Ecco il canto che innalza alla Sapienza il Siracide: “La sapienza fa il proprio elogio in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio. Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere. Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità. Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engàddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata. Come cinnamòmo e balsamo di aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d’incenso nella tenda. Come un terebinto io ho esteso i miei rami e i miei rami sono piacevoli e belli. Io come vite ho prodotto splendidi germogli e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza; eterna, sono donata a tutti i miei figli, a coloro che sono scelti da lui. Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti, perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele. Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora sete. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà».
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Cristo Gesù, Sapienza eterna del Padre nell’unità e nella comunione dello Spirito Santo, attira a sé le moltitudini per la sua bellezza spirituale. Gesù è Amore eterno, divino e umano. È Parola che crea vita dove c’è morte, luce dove ci sono tenebre, speranza dove c’è disperazione, grazia dove regna il peccato, misericordia, perdono e riconciliazione dove c’è pentimento e umiltà del cuore e dello spirito; sazietà dove c’è fame, conforto e ristoro dove c’è affaticamento e oppressione, salute dove c’è malattia e infermità. Lui è l’uomo vestito di carità, misericordia, luce, verità, grazia, vita eterna, giustizia, altissima santità. Lui è l’uomo nel cui cuore vive il cuore del Padre e il cui pensiero è interamente governato dalla sapienza e dall’intelligenza dello Spirito Santo. Questa bellezza non può che attrarre. In questa sua bellezza le anime si immergono e trovano ciò che cercano. Per questo Lui attrae. Si va da Lui vuoti e si ritorna a casa stracolmi di ogni grazia. Chi va da Lui, ieri come oggi come domani e si immerge nella sua bellezza divina e umana, diviene vero uomo.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 3,7-12
Ecco come continua il canto del Siracide sulla Sapienza: “Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha prescritto, eredità per le assemblee di Giacobbe. Non cessate di rafforzarvi nel Signore, aderite a lui perché vi dia vigore. Il Signore onnipotente è l’unico Dio e non c’è altro salvatore al di fuori di lui. Essa trabocca di sapienza come il Pison e come il Tigri nella stagione delle primizie, effonde intelligenza come l’Eufrate e come il Giordano nei giorni della mietitura, come luce irradia la dottrina, come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata. Il suo pensiero infatti è più vasto del mare e il suo consiglio è più profondo del grande abisso. Io, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino, ho detto: «Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola». Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare. Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora, la farò brillare molto lontano. Riverserò ancora l’insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future. Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano (Sap 24,1-34).
Cristo Gesù è la Sapienza Eterna del Padre, si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi per immergere noi tutti nel suo amore, nella sua luce, nella sua vita eterna, La Madre di Dio ci aiuti perché tutti ci lasciamo immergere in Lui. Amen.