Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori.
Leggi il brano del Vangelo di † Mt 9, 9-13
Oggi il Vangelo così inizia: “Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì”. Matteo è un pubblicano, cioè un pubblico peccatore. Se Gesù chiama un peccatore a seguirlo, significa che anche per gli altri peccatori c’è speranza. Essi non sono gente dannata, persone senza speranza. Gesù anche a loro apre le porte del regno di Dio, le porte della speranza, le porte della luce. La vita eterna è anche per essi.
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Con i profeti, il Signore sempre aveva aperto le porte della speranza ad ogni peccatore. Basta ricordare quanto ha rivelato il profeta Ezechiele al suo popolo: “Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa d’Israele? Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete (Cfr. Ez 18,1-32). Per i farisei questa Parola del Signore era cancellata. Essi erano i giusti e rimanevano sempre giusti anche se avessero trasgredito tutti i comandamenti della Legge del Signore. Gli altri erano peccatori e peccatori rimanevano in eterno, anche se fosse avvenuta in essi una grande conversione. Questo accade quando la Parola di Dio è calpestata.
Sapendo che Gesù non chiudeva le porte della speranza e della luce, ma che le spalancava, moltissimi peccatori vennero a casa di Matteo e si misero a tavola con Gesù. Per i farisei l’agire di Gesù era grande scandalo. Un uomo ritenuto giusto, santo, perfetto in ogni cosa non può sporcarsi mangiando con dei peccatori. I peccatori mangiano con i peccatori mai i giusti, mai i santi, mai un fariseo, mai un osservante della Legge. Gesù a queste accuse non risponde citando il profeta Ezechiele. Sarebbe stato uno sconto a viso aperto. Con i farisei Gesù deve essere più prudente dei serpenti e più semplice delle colombe. Per questo si lascia aiutare dal profeta Osea: “Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra”. Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti (Os 6,1-6). La Parola del profeta è di una chiarissima luce. Prima di tutto vi è un forte invito a ritornare al Signore. Le porte della conversione e del pentimento sono aperte. Ci si può convertire. Anzi siamo chiamati tutti a conversione. Si può uscire dal peccato. In più ognuno deve essere sprone e incitamento per ogni altro. Al Signore si ritorna insieme. Chi decide di ritornare deve chiamare ogni suo fratello a ritornare insieme a lui. Non si ritorna da soli.
I farisei erano i cultori della religione dei sacrifici e delle offerte al Signore nel suo santo tempio. Gesù dice loro – sempre riportando la profezia di Osea – che il Padre suo non vuole questa religione fatta di canti, suoni, offerte, sacrifici e cose del genere. Lui vuole la religione dell’amore e della conoscenza del Signore. Leggiamo Isaia e comprenderemo quanto Gesù sta dicendo loro: «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is 1,11-20). Quando nella Scrittura santa si parla di amore e di conoscenza del Signore, sempre ci si deve ricordare che amore e conoscenza sono il frutto della perfetta obbedienza alla Parola del Signore. Dove la Parola di Dio viene oscurata, abbandonata, tralasciata, dimenticata, disprezzata, alterata, modificata, interpretata secondo le umane tradizioni, lì non c’è né amore e né conoscenza del Signore. Ama e conosce il Signore chi obbedisce alla sua Parola. Ama e conosce il vero culto chi osserva la Parola. Ama gli uomini e li conosce secondo verità che cammina con loro mostrando con le parole e con la vita la sua perfetta conoscenza del Signore. Ora il Signore non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Ma se Dio vuole che si converta e viva, strumento, via, parola, esempio perché ogni peccatore si converta è colui che già crede in Dio, lo conosce, lo ama nella più alta fedeltà alla divina Parola.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 9,9-13
Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
La dichiarazione di verità di una falsa e ingannevole religione non la fa vera. Ma neanche la dichiarazione di falsità della religione più pura e più santa la rende falsa. Dichiarare che Dio non esiste non rende Dio non esistente. Ma anche dichiarare che un non Dio esiste non fa di questo non Dio un vero Dio. Tutte le dichiarazioni sono frutto del cuore dell’uomo, sono lo specchio della sua anima. Gesù è dichiarato peccatore perché mangia e accoglie i peccatori. Questa dichiarazione è lo specchio che ci fa vedere l’odio che essi hanno contro l’uomo. I farisei non amano, neanche si amano fra di loro. Ogni fariseo ama se stesso e nessun altro. Cammina con l’altro perché ha bisogno dell’altro per essere ratificato nella sua falsità e nella sua menzogna. Da loro Gesù è anche dichiarato un indemoniato. Ma anche questa dichiarazione altro non fa che rivelare lo stato miserevole della loro religione, incapace di far loro discernere chi viene da Dio e chi invece viene dal mondo o da Satana. Il malvagio dichiara Cristo malvagio. Il peccatore dichiara Cristo peccatore. Il bestemmiatore dichiara Cristo un bestemmiatore. Uno che è caduto nelle spire di Satana dichiara Cristo un conquistato, uno avvolto nella rete di Satana. Cristo Gesù sa questo, conosce il cuore dei farisei e cammina per la sua strada. Madre di Dio fa’ che mai noi dichiariamo vero il falso e falso il vero, le cose Dio cose degli uomini e le cose degli uomini cose di Dio.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.