Tenetevi lontani da ogni cupidigia
LUNEDÌ 19 OTTOBRE (Lc 12,13-21)
La rivelazione è fatta di verità che mai vanno dimenticate. Una verità sempre da ricordare è quella sulla durata della vita dell’uomo sulla terra. Insegna Isaia: “Una voce dice: «Grida», e io rispondo: «Che cosa dovrò gridare?». Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando soffia su di essi il vento del Signore. Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (Is 40,6-8). Dice invece Giobbe: “L’uomo, nato da donna, ha vita breve e piena d’inquietudine; come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l’ombra e mai si ferma. Tu, sopra di lui tieni aperti i tuoi occhi, e lo chiami a giudizio dinanzi a te? Chi può trarre il puro dall’immondo? Nessuno. Se i suoi giorni sono contati, il numero dei suoi mesi dipende da te, hai fissato un termine che non può oltrepassare. Distogli lo sguardo da lui perché trovi pace e compia, come un salariato, la sua giornata!” (Gb 14,1-6).
La definizione che dona il Libro della Sapienza è unica nella Scrittura: “Ma sono tutti stoltissimi e più miserabili di un piccolo bambino i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso. Perché essi considerarono dèi anche tutti gli idoli delle nazioni, i quali non hanno né l’uso degli occhi per vedere, né narici per aspirare aria, né orecchie per udire, né dita delle mani per toccare, e i loro piedi non servono per camminare. Infatti li ha fabbricati un uomo, li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito” (Sap 15,14-16). Brevità, repentinità, fugacità, istantaneità, è questa l’essenza della vita dell’uomo sulla terra. Un istante prima sei nel tempo. Un attimo dopo sei nell’eternità. L’uomo che si è fatto oggi così onnipotente, non sa che non è padrone del suo respiro. Esso è in prestito, senza alcun contratto. Il Signore può sempre ritirare ciò che ha prestato.
A che serve ammassare per il dopo, se il dopo non esiste? Ma Gesù anche questo caso aveva già risolto nella sua Legge: “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,19-21). È verità ogni giorno confermata dalla storia. Ogni accumulo è per ladri e rapinatori. Oggi vi sono modi altamente sofisticati per rubare. I ladri non vengono più nelle nostre case. Siamo noi che portiamo loro i nostri accumuli, chiedendo loro di rapinarceli attraverso mezzi sofisticatissimi di inganno e di frode. Mai una sola Parola di Gesù sarà smentita dalla storia. Ogni singola sillaba del Vangelo, in ogni cosa, trova nella storia l’attestazione della sua purissima verità. Ma noi siamo ciechi e non sappiamo leggere quanto giorno per giorno avviene sotto i nostri occhi. La Parola si compie sempre.
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
A cosa servono i beni della terra? Per barattarli con i beni eterni. Si dona a Dio un bene materiale per ricevere un bene materiale e spirituale sulla terra e un bene eterno nel suo cielo. Il baratto è sempre a nostro favore. Noi diamo uno, il Signore dona mille, diecimila, centomila. Se noi invece accumuliamo e non diamo a Lui, diamo tutto ai ladri e quanti scassinano e rubano, perdiamo tutto, non guadagniamo nulla. Quest’uomo ha conservato tutto per sé. In una sola notte ha perso tutto. Nulla ha portato per sé. Avesse dato parte del raccolto ai poveri, avrebbe ora una eternità beata e ricca.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci saggi amministratori dei beni della terra.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.