Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 19 Agosto 2021

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“La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”.

La parabola narra di un banchetto. Abbiamo un re che fa la festa di nozze per suo figlio. C’è già odore di festa, anzi di una grande festa. Lo sposo non è una persona del popolo. È lo stesso figlio del Re. Il Re è Dio. Il Figlio è Gesù. Il regno dei cieli è gustare questo banchetto di festa che dura per l’eternità. Come avviene per ogni festa di nozze, si partecipa al banchetto nuziale se si viene invitati. Senza invito nessuno si può presentare. Chi deve invitare è il padre dello sposo e il padre della sposa. Qui chi invita è il re. Il re manda i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze. È un grande onore partecipare ad un così grande banchetto. Ma con sorpresa, gli invitati non hanno alcuna intenzione di accogliere l’invito. Cosa impedisce la loro partecipazione? Cosa vi è di così importante da far sì che essi rifiutino l’invito del loro re? Sulla terra non c’è onore più grande. Non esiste infatti persona più alta del re. Ma l’uomo è così. Sempre dona valore a cose senza valore, senza verità.

Ad alcuni invitati non è bastato rifiutare l’invito. Questi prendono i servi del re, li insultano e li uccidono. Ora si passa dal rifiuto di partecipare alla gioia delle nozze, alla violenza senza alcuna motivazione, senza alcun male. Il re non si è indignato perché il suo invito era stato rifiutato, ma per la crudeltà, la malvagità, la cattiveria degli invitati contro i suoi servi. Dal rifiuto dell’invito al maltrattamento, all’uccisione, alla lapidazione vi è l’abisso del male. Un re è vero re se fa osservare la giustizia di un suddito verso un altro suddito, di tutti i sudditi verso tutti i sudditi. Giustizia che non viene dal suo cuore, ma dal cuore di Dio. Senza l’osservanza della giustizia di Dio non c’è vero regno. Il re è obbligato a far osservare la giustizia secondo Dio nel suo regno. Se lui non lo fa, si rende responsabile di ogni disordine morale e spirituale, economico e sociale, familiare e religioso. Senza giustizia non c’è vera umanità.

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Ora il re ritorna a pensare alla festa di nozze per suo figlio. Viene dato un nuovo ordine ai servi. Essi devono andare ora ai crocicchi delle strade e chiamare alle nozze tutti quelli che troveranno. Il re estende l’invito ad ogni altra persona. Tutti possono essere chiamati, tutti dovranno esserlo. Noi sappiamo che fin dal primo giorno, dopo il peccato delle origini, la salvezza è per ogni uomo. La volontà di salvezza universale del nostro Dio è verità immortale. La redenzione operata da Gesù Signore è per tutti i popoli. Anche la missione evangelizzatrice è per tutti i popoli. Nessun uomo è escluso dalla salvezza. Questa verità è essenza e sostanza del cuore di Dio. Si toglie questa verità, Dio non è più il vero Dio. Ma la salvezza universale del vero Dio è in Cristo, con Cristo, per Cristo. Si toglie Cristo non vi è più alcuna vera salvezza. La verità del cuore di Dio, della sua salvezza universale, non è soggetta agli umori degli uomini e neanche dei missionari o dei servi inviati a chiamare tutti alle nozze del figlio del re. Ognuno è chiamato a rispettare la volontà di Dio. Oggi, con sottili, diaboliche, infernali argomentazioni, tutte frutto della carne e non dello Spirito Santo, in ogni cosa si sta sostituendo la volontà di Dio con il pensiero dell’uomo, facendolo però passare per divina ed eterna volontà.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 22,1-14

Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

L’ordine viene eseguito. I servi escono per le strade e radunano tutti quelli che trovano, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempie di commensali. Ancora una volta dobbiamo mettere in luce alcune verità del racconto di Gesù. I servi escono. Chiamano tutti. Questo è stato l’ordine del re. Il re non ha detto loro di fare distinzione tra uomo e uomo, tra chi è degno e chi non è degno, tra chi è buono e chi non è buono. Essi chiamano tutti quelli che trovano. Nessuno da questa parabola dovrà trarre conclusioni errate. La volontà salvifica universale di Dio riguarda la chiamata alle nozze. I missionari di Cristo Gesù devono chiamare ogni uomo perché si converta e creda nel Vangelo. Gesù stesso dice che Lui non è stato mandato per i giusti, ma per i peccatori. Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati. Questa è la responsabilità del missionario, dell’apostolo, del medico, dell’inviato. Poi però viene e inizia la responsabilità della singola persona che è chiamata. Spetta a chi è chiamato presentarsi al banchetto secondo le regole del banchetto. Il re entra per vedere i commensali. Nella sala scorge un uomo che non indossa l’abito nuziale. Quest’uomo ha accolto l’invito, ma non ha osservato le regole. Invito e regole sono due cose differenti. L’invito è del re, le regole degli invitati. Questa distinzione non solo va fatta, perché è essenza dello stesso invito, ma va anche insegnata. Oggi sono proprio i maestri che dovrebbe insegnare le verità inerenti al regno di Dio che aboliscono ogni regola. Il danno è grave. Il re esige il rispetto delle regole. Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale? Come mai non hai osservato le regole del banchetto? Quello ammutolisce. Non ci sono giustificazioni. Le regole vanno osservate. Le regole sono oggettive, mai soggettive. Sono oggettive perché fuori del nostro cuore, dei nostri pensieri, della nostra mente, della nostra volontà. Esse vengono dal cuore di Dio e nessuno ha potere su di esse. Sono regole eterne.

 Le parole del re ci dicono che anche lui è obbligato ad osservare le regole del regno. Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre. Là sarà pianto e stridore di denti. Anche questa verità urge che venga posta sul candelabro. Può il Signore trasgredire le sue regole? Mai. Esse sono la sua stessa natura. Se trasgredisse le sue regole non sarebbe più vero Dio. Dio è vero Dio perché in eterno la sua Parola è sua Parola. Mai il Signore ha modificato la sua Parola. Mai la potrà modificare, cambiare, alterare, trasformare, cancellare, abrogare. Se il Signore facesse questo, non sarebbe più Dio perché non sarebbe più credibile. Chi crederebbe in un Dio senza fedeltà alla sua Parola? Salvezza, redenzione, benedizione sono promesse fatte da Dio ad ogni uomo. Esse saranno dell’uomo che ha accolto le regole del regno. Quest’uomo non ha accolto le regole, non può stare nella sala del banchetto. Viene gettato fuori.

La chiamata al regno di Dio è per tutti. Per chi sarà il regno? Per tutti coloro che accolgono la chiamata ed osservano le regole. Se molti accolgono la chiamata, pochi sono quelli che osservano le regole della verità e della giustizia. Pochi di conseguenza entreranno nel regno eterno del nostro Dio. Ogni Parola del Vangelo rivela la falsità del nostro cuore e la menzogna che esce dalla nostra bocca. Dalla bocca di Dio esce una Parola, dalla nostra un’altra. Dio dice che molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti. Noi diciamo che tutti sono eletti domani nell’eternità, indipendentemente dalla chiamata e dall’osservanza delle regole del regno. Dio dice che molti si perderanno, noi invece nessuno. Poiché le regole sono di Dio e non nostre, noi non abbiamo alcun potere di modificarle. Se le modifichiamo, le modifiche non hanno alcun valore presso il Signore. Dio osserva solo le sue regole, mai le nostre. Le sue sono immutabili. La Madre di Dio ci ottenga una grande effusione di Spirito Santo perché comprendiamo ogni Parola di Cristo Gesù. Amen.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.