Amico, io non ti faccio torto
MERCOLEDÌ 19 AGOSTO (Mt 20,1-16)
Ci potrà mai essere sulla terra un solo uomo che possa accusare Dio di essere giudice ingiusto, se Lui è eterna, divina, immortale misericordia? Questa accusa è esclusa già nell’Antico Testamento dal Libro della Sapienza: “Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto. Né un re né un sovrano potrebbero affrontarti in difesa di quelli che hai punito. Tu, essendo giusto, governi tutto con giustizia. Consideri incompatibile con la tua potenza condannare chi non merita il castigo. La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento” (Sap 12,13-19). Essendo Dio eterna carità, verità, giustizia, santità, mai potrà compiere azioni ingiuste. Tutto il Signore compie dal suo cuore e dalla sua volontà di salvezza verso ogni uomo. Gretto è il cuore dell’uomo.
Con la parabola degli operai chiamati dal Padrone della vigna perché vadano nella sua vigna a lavorare, Gesù vuole insegnare al suo popolo che dai giorni del primo uomo e della prima donna, fino all’ultimo uomo e all’ultima donna che vivranno sulla terra, sempre il Signore chiamerà perché tutti vadano a lavorare nella sua vigna. Non solo, dal primo istante del concepimento – la Vergine Maria –, da quando si è nel grembo della madre – Giovanni il Battista –, fino all’ultimo istante di vita sulla terra – il buon ladrone – e per ogni altra età della vita, sempre il Signore passa e sempre chiama. Il mistero della chiamata nessuno lo potrà mai svelare. Tutto è dalla sapienza eterna del Padre. Il Signore ha chiamato i figli di Abramo. Ma il Signore chiama anche i figli di Adamo. Ogni uomo dal Signore verrà chiamato. Gesù manda i suoi Apostoli in tutto il mondo per fare discepoli tutti i popoli. Veramente Dio vuole che tutti arrivino alla conoscenza della verità, che si ha in Cristo Gesù, per dono dello Spirito Santo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
I primi operai devono sapere che essi sono stati chiamati per misericordia, non per bisogno. Anche gli ultimi operai sono stati chiamati per misericordia. Dio vuole il bene di tutti. Ed è qui l’infinita differenza tra il cuore di Dio e il cuore dell’uomo. Il cuore di Dio gioisce nel fare il bene più grande a tutti. Il cuore dell’uomo è nella tristezza se ad un altro viene fatto lo stesso bene. San Paolo ci rivelerà che i Giudei non hanno alcun merito in ordine alla salvezza e così neanche i pagani hanno merito. Alla salvezza si giunge per la fede in Cristo Gesù. Si è salvi dal momento in cui si crede in Cristo. Si risponde alla chiamata, si entra nella salvezza. Non si risponde, si rimane fuori.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che anche noi siamo cantori della misericordia di Dio.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.