Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2021

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Erano tuoi e li hai dati a me

MARTEDÌ 18 MAGGIO (Gv 17,1-11)

Tutto è del Padre. Tutto dal Padre è stato dato a Cristo Signore. Questa verità Gesù già l’ha rivelata quando ha parlato del buon Pastore: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola»” (Gv 10,14-18.22-30). Questa verità oggi sembra essere scomparsa dalla mente e dal cuore di molti discepoli di Gesù. Nella nostra fede tutto è dono. Il Padre dona a noi Cristo e dona noi a Cristo, perché sia Cristo a condurci, come buon Pastore, alle sorgenti delle acque della vita. Cristo Gesù dona gli Apostoli a noi e noi agli Apostoli perché siano gli Apostoli, nel suo nome e con la sua autorità, la sua grazia e verità, il suo Santo Spirito, a condurci alle sorgenti delle acque della vita. Se i Pastori non si lasciano donare dal Padre a Cristo e da Cristo a noi, non c’è conduzione verso la vita eterna. Ma anche se noi non ci lasciamo dare da Cristo ai Pastori, neanche in questo caso c’è conduzione alle sorgenti delle acque della vita eterna. Se viene oscurata la verità del dono, la nostra fede è morta.

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Le modalità del lasciarsi donare le stabilisce il Padre, per Cristo, nello Spirito Santo. Non tutti sono dati allo stesso modo. Ecco cosa insegna l’Apostolo Paolo: “Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?” (1Cor 12,27-30). Ognuno non può darsi ai fratelli se non nella misura del suo essere dono fatto dal Padre, in Cristo, per lo Spirito Santo. Oggi molti discepoli di Gesù vivono in una sofferenza frutto del loro peccato. Non sono stati dati dal Padre e vogliono darsi dalla loro volontà, dai loro capricci, dai loro desideri e anche superbia. Darsi dal proprio peccato è un dono avvelenato.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che il cristiano si doni dal dono ricevuto.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.