LUNEDÌ 17 GENNAIO – SECONDA SETTIMANA DEL T.O. [C]
E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Gesù è venuto per portare nella religione la purissima obbedienza alla Parola. Poiché l’obbedienza è sempre nuova, perché sempre nuova è la verità contenuta nella Parola, sempre nuova è l’opera del vero credente nel Dio vivo e vero, nell’unico e solo Signore e Creatore dell’uomo. Prima però di portare la purissima obbedienza alla Parola, Gesù porta la purissima Parola del Padre. Annunciata la purissima Parola del Padre, ad essa va data purissima obbedienza. L’obbedienza non va data alla Parola, va data alla verità che è contenuta nella Parola. Poiché la conoscenza della verità è un cammino perenne e mai interrotto, cammino da compiersi nello Spirito Santo, sempre l’obbedienza sarà nuova. Essendo sempre nuova, non ci sono strutture che possano imprigionarla.
Nell’Antico Testamento si era ridotta la religione ad una pratica senza obbedienza alla Parola. Contro questa religione fatta di esteriorità, ma non di obbedienza alla Parola, insorgono i profeti e così gridano: «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is 1,11-20).
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Attraverso il profeta Geremia, il Signore dice al suo popolo che lui ha mai chiesto sacrifici e cose del genere. Lui una cosa sola ha chiesto: l’obbedienza alla sua Parola. Ecco il severo monito di Geremia: “Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene la carne! Io però non parlai né diedi ordini sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dalla terra d’Egitto, ma ordinai loro: “Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”. Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle. Da quando i vostri padri sono usciti dall’Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervìce, divenendo peggiori dei loro padri. Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca (Cfr. Ger 7,1-26). Il Signore una cosa sola chiede: l’obbedienza alla sua parola con spirito sempre rinnovato, puro, ricco di amore e di fedeltà.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 2,18-22
Qual è l’otre nuovo nel quale dobbiamo sempre porre il vino della nostra obbedienza? L’otre nuovo non è una religione nuova, una pratica nuova. L’otre nuovo è lo Spirito Santo. Poiché lo Spirito Santo è sempre nuovo, sempre nuova dovrà essere la nostra obbedienza alla Parola. Sempre nuovo dovrà essere il nostro amore per il Signore. Sempre nuova dovrà essere la comprensione della Parola. Nella nostra santissima fede, tutto è via perché la nostra obbedienza al Signore sia sempre pura, sempre santa, sempre nuova, in un crescendo di amore in amore, di luce in luce, di verità in verità, di giustizia in giustizia, di fedeltà in fedeltà. Anche il digiuno va rinnovato dalla Parola. Senza il costante rinnovamento della Parola, anche il digiuno diviene un sacrificio inutile. Ecco il vero digiuno del cristiano: un digiuno di astensione da ogni disobbedienza perché lui viva di purissima, perenne obbedienza. La Madre di Dio ci ottenga dallo Spirito Santo pienezza di sapienza per vivere tutta la Parola di Gesù.