Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 17 Dicembre 2021

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VENERDÌ 17 DICEMBRE – III SETTIMANA DI AVVENTO [C]

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli.

La genealogia posta da San Matteo all’inizio del suo Vangelo serve per manifestare fin da subito chi è il Gesù del quale Lui intende parlare. Prima di ogni cosa, per lui Gesù è Gesù Cristo. La missione è essenza del suo nome. Parlare di Gesù che non sia anche il Cristo di Dio è per lui inimmaginabile, impensabile, inconcepibile. Nome e missione sono una sola verità, una sola essenza, una sola cosa. Nome e missione sono inseparabili in eterno.  Come figlio di Davide, Gesù è il Re, il Consacrato, il Cristo, l’Unto, il Messia dal regno eterno. Come figlio di Abramo, Gesù è la discendenza nella quale il Signore ha stabilito di benedire tutte le genti, i popoli, le tribù, le nazioni.  Gesù è il Re, mandato da Dio, per costruire sulla terra il suo regno. Quanti diventano regno di Dio, Gesù dovrà colmarli della benedizione di Dio. Gesù e Messia sono una cosa sola. Regno e benedizione sono una cosa sola.  Non si può separare Gesù dal Cristo. Non si può separare il regno dalla benedizione.

 Nella generazione di Isacco da Abramo tutto è pacifico. Con Isacco nascono i problemi. Non basta più la semplice generazione. Occorre anche la scelta del figlio che deve portare la benedizione di Abramo fino alla discendenza ultima. Sappiamo che la discendenza ultima è Cristo Gesù. Con Lui finisce la discendenza secondo la carne. Inizia la discendenza secondo lo Spirito Santo, in Lui e per Lui. La scelta del portatore della benedizione è da Dio e dall’uomo. Dio sceglie Giacobbe. Si serve di Rebecca, energica moglie e madre. Dio sceglie Giuda, si serve di Giacobbe, persona timorata di Dio. Giacobbe esclude dalla primogenitura i primi tre figli che si erano macchiati di gravissimi peccati. Valeva per ieri, vale anche per oggi, domani, sempre. Con il peccato nel cuore mai si può essere strumenti della verità, della luce, della benedizione, della grazia, della santità del nostro Dio. Strumento e peccato si escludono.

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Con Giuda entra nella discendenza di Abramo la carne non appartenente ad Abramo. Tamar è figlia del popolo dei Cananei. In lei il mondo pagano viene assunto per dare la carne al portatore delle benedizione del Signore. È importante questa assunzione, avvenuta alla maniera pagana e non certo secondo le regole della sana moralità del nostro Dio e Signore. Ecco altri due elementi della successione. Sono due donne straniere. Racab e Rut. Sappiamo che Racab è la donna che ha creduto nel Dio degli Ebrei e ha custodito e protetto gli esploratori giunti in Gerico. Il mondo della vera fede in Dio viene assunto da Dio per dare la carne alla discendenza portatrice della sua benedizione. Rut invece è il mondo del vero amore. Anche lei è presa da Dio per dare la carne al suo Messia o Cristo.  Sono carne straniera che diviene una sola carne con i figli del popolo di Dio.

Con Tamar il peccato di incesto è stato solo della donna. Giuda ha commesso un peccato di prostituzione. Lui si è unito con una donna che si era finta una prostituta. Con Davide cambia la natura e la sostanza del peccato. Il peccato è di adulterio sia del re che della donna. Davide sapeva che la donna era sposata. La donna sapeva che non avrebbe dovuto concedersi al re. In più Davide nasconde questo peccato facendo uccidere il marito della donna. La carne del Cristo di Dio, anche se alla fine è carne attinta dal corpo purissimo della Vergine Maria, lungo la sua storia è carne assunta anche dal peccato dei suoi antenati. Gesù è venuto a redimere la carne di peccato. Con Salomone la carne che porta la carne del Messia di Dio si riveste di un altro orrendo peccato. Si macchia di idolatria. Quasi tutti i re che vengono dopo di lui, tranne qualcuno, sono idolatri. Hanno abbandonato il loro Dio e Signore. L’idolatria cambia forme, modalità, sa rinnovarsi e aggiornarsi, si veste anche di religiosità.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 1,1-17

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Giosafat vuole risollevare le sorti spirituali del popolo del Signore, ormai divenuto popolo dalla non conoscenza del suo Dio, a causa dell’idolatria che lo governa. Stabilisce giudici e scribi perché venga riportato sulla via di Dio. Degli altri chi incrementa l’idolatria e chi non se ne cura affatto, abbandonando il popolo a se stesso. Un popolo senza governo né da parte dei sacerdoti nelle cose che riguardano Dio e né del re, è un popolo alla deriva. Ezechia è persona pia. Impegna se stesso perché solo la gloria di Dio brilli nel suo popolo. I suoi sforzi sono stati veramente effimeri. Giosia è l’altro re tutto impegnato a far sì che il popolo ritornasse nell’alleanza stipulata con il suo Dio e distruggesse tutti gli idoli di legno, metallo, pietra che ormai invadevano tutta la terra d’Israele. Durante la sua vita ebbe successo. Ma ormai il fiume del male era giunto sull’orlo della cascata e far tornare l’acqua indietro era divenuta opera impossibile. Gerusalemme è stata incendiata e devastata. Il tempo incendiato e depredato dei suoi tesori. I figli di Giuda sradicati dalla loro terra per prendere o la via della morte o dell’esilio. Il Signore prende la storia nelle sue mani per darle una nuova creazione.

Con la deportazione dei figli di Giuda in Esilio muore anche la monarchia. Non risorgerà mai più il regno di Giuda. Rimane la discendenza regale, ma senza il regno. Davide ha dei discenti, ma il suo regno non esiste più.  Di Zorobabele si parla nel profeta Aggeo e nel profeta Zaccaria. Quest’uomo è incaricato dal Signore, per mezzo dei suoi profeti, ad occuparsi della ricostruzione della sua casa in Gerusalemme, del suo tempio distrutto.  Il secondo Libro dei Re e il secondo Libro delle Cronache si fermano alla caduta di Gerusalemme, del 586 a.C. Dopo il ritorno degli esuli nella terra di Giuda, il Libro di Esdra e il Libro di Neemia si occupano del momento storico particolare. Si deve ricostruire il tempio, dare a Gerusalemme sicurezza ricostruendo mura e porte, riportare il popolo nei cardini dell’alleanza con una riforma religiosa capillare.

Muore il regno. Non muore la carne di Abramo. Non muore la carne di Davide. Muore il regno, non passa però in altre mani. Non sorge un’altra dinastia. Esso attende di essere risuscitato dall’oblio della storia e riportato in vita. Dio sempre mette alla prova i suoi fedeli. Lui dice una parola. Essa può compiersi oggi e anche fra mille anni. Mille anni sono presso di Lui come un giorno e un giorno come mille anni. Questa verità mai va dimentica. L’ultima carne della discendenza di Davide è Giuseppe. Giuseppe non genera Gesù, chiamato Cristo. Giuseppe è lo sposo di Maria, dalla quale Gesù, chiamato Cristo, è nato. È un cambiamento sostanziale della storia. Se Giuseppe non genera Cristo, a che serve parlare della discendenza da Abramo e da Davide? Essendo Maria figlia di Abramo, Gesù può portare la benedizione. Sarà l’Angelo a rivelarci come Gesù è figlio di Giuseppe.  Le vie di Dio non sono mai secondo il pensiero dell’uomo. Giuseppe non genera Gesù. Giuseppe è lo sposo di Maria. La Madre di Dio venga in nostro aiuto. Ci faccia di purissima fede in Cristo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.