LUNEDÌ 16 GENNAIO – II SETTIMANA T. O. [A]
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Il digiuno che il Signore vuole è la perfetta obbedienza sia alla Legge che manifesta qual è la giustizia perfetta da vivere sia verso Dio che verso ogni altro uomo e sia anche alla Legge dell’amore che ognuno deve a Dio e ai suoi fratelli. Questa obbedienza è così rivelata dal profeta Isaia: “Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: «Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
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Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò montare sulle alture della terra, ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato (Is 58,1-14). Questa è la Legge del Signore sul digiuno. Questa Legge era stata sostituita dall’astensione dai cibi nei tempi stabiliti. Gesù invece non si lascia si irretire dalle tradizioni degli uomini. Lui ha un solo digiuno da vivere: L’obbedienza perfetta a ciò che per Lui è scritto nella Legge, nei Profeti, nei Salmi. D’altronde né nella Legge della perfetta giustizia e né nella Legge dell’amore o della perfetta misericordia si parla mai del digiuno.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 2,18-22
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Gesù non può dire che i suoi discepoli non digiunano, perché osservano il digiuno prescritto dal profeta Isaia. Sarebbe stato lapidato all’istante. Ecco allora che la sapienza dello Spirito Santo gli viene in aiuto e gli suggerisce la giusta risposta da dare. Così i cuori si placano e Lui può continuare la missione di vero Profeta del Padre suo.
Come vero Profeta alla risposta sul digiuno futuro dei suoi discepoli aggiunge una brevissima parabola. Come un pezzo di stoffa nuova non si addice ad un vestito vecchio e come il vino nuovo non si può mettere in otri vecchi, così è del suo Vangelo. Esso non può essere cucito sul vestito vecchio dell’Antico Testamento e neanche il vino nuovo della sua Parola e del suo sacrificio potrà essere versato nell’otre vecchio dell’Antico Testamento. Vangelo nuovo, vestito nuovo. Vino nuovo, otre nuovo.
Questa verità ci rivela che quando lo Spirito Santo traccia una via al corpo di Cristo perché cammini nella storia, sempre ha creato un otre nuovo nel quale versarla. Quando poi l’otre è stato così assolutizzato da giungere fino a soffocare la bellezza della novità perenne del Vangelo, sempre lo Spirito Santo è intervenuto a ha creato altri otri nuovi. Questo è un ammonimento per noi. Mai per conservare l’otre si deve sacrificare il Vangelo. Sempre invece si deve sacrificare l’otre per dare pienezza di vita al Vangelo. La Madre di Gesù ci aiuti ad entrare nel mistero di questa altissima verità.