Il commento alle letture del 16 Febbraio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Non entrerete nel regno dei cieli
DOMENICA 16 FEBBRAIO (Mt 5,17-37)
Parlare dal Vangelo e parlare senza Vangelo non è la stessa cosa. Gesù, prima di dire una parola, prima l’ha messa nel fuoco. Se ha resistito al fuoco, lui l’ha proferita. Se il fuoco l’ha consumata, Lui non l’ha detta, non l’ha proferita, non l’ha insegnata. La Parola di Cristo Gesù è vera Parola di Dio: “La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia” (Sal 18 (17) 31). Oggi lui dice ai suoi discepoli: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. La giustizia antica era quella fondata sulla Parola di Dio data ai Padri. Quella giustizia ora non salva più. Bisogna passare alla nuova giustizia che nasce dalla Parola nuova del Vangelo. Oggi è il Vangelo la Parola della giustizia che apre le porte del regno di Dio. Se si deve superare la giustizia della Parola antica di Dio, molto di più si dovrà superare la giustizia che nasce dalla parola degli uomini. Anche la giustizia che viene dalle religioni, dalle scienze, dalla filosofia, dalla stessa teologia, da ogni mistica e da ogni ascetica va sempre fatta superare dall’obbedienza alla Parola di Cristo Gesù, secondo tutta la verità alla quale conduce lo Spirito Santo. Questa Parola di Gesù obbliga ogni uomo, di ogni tempo, sempre.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Che gli uomini possano ognuno seguire la giustizia che viene dalla propria coscienza – il rischio di soffocare la verità nell’ingiustizia è reale, come insegna a noi San Paolo – è un fatto. Che il discepolo di Gesù dichiari via per il regno ogni giustizia, anche quella che viene dalla parola degli uomini e persino dal soffocamento della verità nell’ingiustizia, è vero tradimento e rinnegamento della Parola di Gesù. Si dichiara Gesù uomo di altri tempi, Persona del passato, antiquata. Ma anche il Vangelo viene subito dichiarato Libro di epoca lontana, Libro della preistoria della religione. Ma il cristiano è cristiano se rimane fedele alla Parola di Gesù. Abbandona la Parola del suo Maestro, non è più suo discepolo. Oggi non si è più discepoli di Cristo Signore, perché non si cammina secondo la sua Parola. Ognuno segue le parole del suo cuore.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri discepoli della Parola del Signore Crocifisso.