Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 14 Settembre 2022

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MERCOLEDÌ 14 SETTEMBRE  – VENTIQUATTRESIMA SETTIMANA T. O . [C]

ESALTAZIONE DELLA CROCE

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Siamo nel Capitolo III del Vangelo secondo Giovanni e Gesù sta dialogando con Nicodemo, al quale ha già rivelato il mistero del Battesimo: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».  Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Nicodemo non comprende il grande mistero appena annunciato da Gesù e chiede: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna (Cfr. Gv 3,1-15).

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Perché Gesù può parlare a Nicodemo delle cose del cielo? Perché lui parla delle cose che ha veduto, che vede nel cielo. Perché lui ha veduto e vede le cose del cielo? Perché Lui è il Figlio dell’uomo che è salito al cielo, perché Lui dal cielo è disceso. Salire e discendere, discendere e salire sono per Cristo un solo mistero. È come se già si fosse compiuto il mistero della sua gloriosa risurrezione. Questa stessa verità – la visione delle cose del cielo – Gesù la rivela anche ai farisei, anche se con altre parole: “Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato»” (Gv 5,19-23).

Questa verità di Cristo Gesù che è nel seno del Padre era già stata annunciata dall’Apostolo Giovanni nel Prologo: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.  Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Cfr Gv 1,1-18). Gesù è nel seno del Padre e sulla terra. Nel seno del Padre vede ciò che fa il Padre, ascolta le Parole del Padre e le rivela agli uomini.

Ora, sempre a Nicodemo, Gesù annuncia il mistero della sua morte: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. La relazione non è solo quella di credere che Gesù è la vita di chi lo guarda con fede. Cristo Gesù è la vita di chi mangia la sua Parola con fede. Di chi mangia il suo corpo e beve il suo sangue con fede. Gesù è la vita di chi si disseta del suo Santo Spirito con fede. Se non si mangia la sua Parola, non si mangia il suo corpo, non si beve il suo sangue, non ci si disseta con il suo Santo Spirito, se non ci si lascia immergere nelle acque del battesimo per rinascere come nuove creature, si rimane nella morte.

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È Cristo la via della vita. È Cristo se si cammina in Lui, con Lui, per Lui. Lui non solo è la via, è anche la grazia e la verità, la vita e la luce. È Lui vita, verità, grazia, luce che sempre dobbiamo mangiare se vogliamo rimanere in vita. Mangiando la sua Parola e nascendo da acqua e da Spirito Santo nasciamo alla vita, diveniamo creature nuove. Mangiando Lui vero corpo, bevendo Lui vero sangue, dissetandoci perennemente con il suo Santo Spirito, noi rimaniamo nella vita, cresciamo nella vita.

LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 3,13-17

Se non ci nutriamo di Lui e non ci dissetiamo del suo Santo Spirito rimaniamo nella morte, perché siamo già nella morte. La Vergine Maria ci ottenga la grazia di credere in Cristo secondo purissima verità.

Fonte