Il commento alle letture del 14 Luglio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Fino agli inferi precipiterai!
MARTEDÌ 14 LUGLIO (Mt 11,20-24)
Dio solo è Dio. Nessun altro è Dio. Tutto l’universo visibile invece è stato creato da Lui con la sua Parola onnipotente e a Lui deve ogni obbedienza. L’obbedienza a Dio è legge della natura creata. La superbia è la sottrazione di ogni obbedienza a Dio. Ogni uomo è chiamato ad obbedire alla Legge della natura e alla Legge rivelata e anche scritta per lui. Nella disobbedienza è la morte. Nella perseveranza nella disobbedienza la caduta è rovina grande. Se la morte ci sorprende nella superbia, si precipiterà negli abissi dell’inferno. Nei profeti immagine e figura della superbia è Babilonia. Di essa si profetizza che precipiterà negli inferi: “Ah, come è finito l’aguzzino, è finita l’aggressione! Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui, il bastone dei dominatori, che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi senza fine, che dominava con furia le nazioni con una persecuzione senza respiro. Riposa ora tranquilla tutta la terra ed erompe in grida di gioia. Persino i cipressi gioiscono per te e anche i cedri del Libano: “Da quando tu sei prostrato, non sale più nessuno a tagliarci”. Gli inferi di sotto si agitano per te, per venirti incontro al tuo arrivo; per te essi svegliano le ombre, tutti i dominatori della terra, e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni. Tutti prendono la parola per dirti: “Anche tu sei stato abbattuto come noi, sei diventato uguale a noi”. Negli inferi è precipitato il tuo fasto e la musica delle tue arpe. Sotto di te v’è uno strato di marciume, e tua coltre sono i vermi. Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: “Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nella vera dimora divina. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!” (Is 14,4-15). Una volta caduta, Babilonia non si è più rialzata. La sua superbia l’ha portata alla sparizione dalla storia.
Nell’Apocalisse ogni civiltà che si costruisce senza Cristo Gesù, senza l’ascolto della sua Parola e senza obbedienza ad essa, è vista cadere: «È caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata covo di demòni, rifugio di ogni spirito impuro, rifugio di ogni uccello impuro e rifugio di ogni bestia impura e orrenda. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato» (Ap 18,2-3). Di Cafàrnao, nel Vangelo, Gesù profetizza quanto Isaia aveva profetizzato di Babilonia. Questa città come le altre cercava Gesù per i miracoli, lo rifiutava per la sua Parola. I miracoli per Gesù sono segno che Lui è mandato dal Padre per dire agli uomini la vera Parola della Salvezza. Essa ha ascoltato il Vangelo, ma non si è convertita ad esso. Avrà una sorte peggiore di quella di Sòdoma. Più si riceve dal Signore e più si è responsabili dinanzi a Lui nel giorno del giudizio. Più si è posti in alto e più l’indagine sulle nostre opere sarà rigorosa. Ma oggi di queste Parole di Gesù neanche esiste la verità, come possibilità immaginaria, fantastica. Tutto il Vangelo dai cristiani viene ridotto a menzogna, falsità, inutilità, vanità. Così agendo, si fa di Cristo un bugiardo. Lui parla di severo giudizio e noi diciamo che alla fine la misericordia di Dio trionferà.
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
O trasformiamo in obbedienza ogni parola di Cristo Gesù, con fede sempre più viva e con convincimento sempre più forte, oppure non ci sarà salvezza per noi. Anche noi saremo travolti dalla nostra superbia, idolatria, immoralità, vizi di ogni genere, piena disobbedienza alla Legge del Signore, dalla quale solamente è la nostra vita.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la nostra obbedienza alla Parola sia perfetta.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.