Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 14 Dicembre 2022

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MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE – TERZA SETTIMANA DI AVVENTO [A]

E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Così il Salmo canta la bellezza della Legge: “La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. Il timore del Signore è puro,  rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti, più preziosi dell’oro,  di molto oro fino,  più dolci del miele  e di un favo stillante. Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto.

Le inavvertenze, chi le discerne? Assolvimi dai peccati nascosti. Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere;  allora sarò irreprensibile, sarò puro da grave peccato. Ti siano gradite le parole della mia bocca; davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore” (Sal 19,8-15).  Dinanzi ad una tale bellezza chi si scandalizza è l’ipocrita. Questa verità così viene annunciata dal Libro del Siracide: “Chi teme il Signore ne accetta l’istruzione, chi lo ricerca di buon mattino trova il suo favore. Chi scruta la legge viene appagato, ma l’ipocrita vi trova motivo di scandalo. Quelli che temono il Signore sanno giudicare, i loro giudizi brillano come luce. Il peccatore non accetta critiche e trova scuse a suo piacere” (Sir 32,14-17).

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Teme il Signore chi veramente, realmente, con la sua vita crede nella verità di ogni Parola che è uscita dalla bocca del Signore. Leggiamo ancora nel Libro del Siracide: “Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. “ Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Il timore del Signore è dono del Signore, esso conduce sui sentieri dell’amore. Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto.  Principio di sapienza è temere il Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno.

Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, abiterà fedelmente con i loro discendenti. Pienezza di sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri fedeli. Riempirà loro la casa di beni desiderabili e le dispense dei suoi prodotti. Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute. L’una e l’altra sono doni di Dio per la pace e si estende il vanto per coloro che lo amano. Egli ha visto e misurato la sapienza, ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente, ha esaltato la gloria di quanti la possiedono. Radice di sapienza è temere il Signore, i suoi rami sono abbondanza di giorni. Il timore del Signore tiene lontani i peccati, chi vi persevera respinge ogni moto di collera (Sir 1,11-21).

Chi teme il Signore, chi ama la sua Legge, chi obbedisce alla sua Parola, mai si scandalizzerà di un solo precetto del Signore. Sa che sono precetti di verità e vita eterna. Chi non si scandalizza della Legge mai si scandalizzerà di Gesù Signore. Saprà che ogni Parola, ogni azione, ogni pensiero, ogni dialogo, ogni risposta, ogni miracolo è frutto in Cristo Gesù della purissima volontà del Padre suo, da Lui accolta nella purissima verità, sapienza, intelligenza, consiglio, scienza dello Spirito Santo, con la sua pietà e con il timore del Signore. Ora se tutto in Cristo è purissima obbedienza, solo un ipocrita si potrà scandalizzare di Lui.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 7,19-23

Dire la Parola di Dio e riferire una visione non significa comprendere quanto si dice e quanto si riferisce. Tra la Parola e la visione e il loro compimento nella storia vi è l’abisso del mistero. Gesù non è, come Giovanni il Battista, solo un Profeta, anche se è il più grande tra i nati da Donna di tutto l’Antico Testamento. Gesù possiede la perfetta scienza del suo mistero e ogni conoscenza su di esso. In più lo Spirito Santo momento per momento lo spinge a dargli pieno compimento.

Noi ignoriamo quali pensieri avesse Giovanni sul Cristo di Dio. Sappiamo però, da quanto lui manda a chiedere, che tra i suoi pensieri e il mistero di Cristo Gesù non c’è alcuna corrispondenza. Gesù risponde a Giovanni che le Scritture si stanno compiendo proprio in quella parte che riguardano il Cristo di Dio, il suo Messia. Altro non gli rivela, perché altro ancora non lo ha rivelato neanche ai suoi Apostoli. Gli basta che sappia che le profezie si stanno compiendo. Altro non deve sapere e altro non gli manifesta. Poiché Giovanni è profeta del Dio vivente, deve saper che ciò che lui ha detto di Gesù è purissima verità ed essa si compirà.

Come si compirà non spetta a lui né dirlo e né conoscerlo. Anche il profeta deve passare per la fede nella Parola. Se il profeta non passa per la fede nella Parola che dice, il rischio che corre è altissimo. Volendo conoscere la verità contenuta in ogni sua parola o visione, potrebbe dare sia alla parola che alla visione contenuti differenti da quelli posti in esse dal Signore. Donando significati diversi lui si trasforma in profeta di falsità e non di verità. Ecco perché anche il profeta è beato se non si scandalizza di Cristo Gesù. Anche lui deve passare per la purissima fede che parola e visione si compiranno. La Madre di Dio ci aiuti a vivere sempre la via della fede.

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