Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 13 Giugno 2022

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LUNEDÌ 13 GIUGNO – UNDICESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

Nella storia dell’umanità l’inventore della vendetta senza limiti è stato Lamec. Ecco le sue parole: “Lamec disse alle mogli: «Ada e Silla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete l’orecchio al mio dire. Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette»” (Gen 4,23-24).

Vendetta senza alcun limite hanno inflitto i figli di Giacobbe a tutti i maschi di un popolo per aver violentato, Sichem, figlio di Camor l’Eveo, la loro sorella Dina: “Dina, la figlia che Lia aveva partorito a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del posto. Ma la notò Sichem, figlio di Camor l’Eveo, principe di quel territorio, la rapì e si coricò con lei facendole violenza. Ma poi egli rimase legato a Dina, figlia di Giacobbe; s’innamorò della giovane e le rivolse parole di conforto. Quindi disse a Camor, suo padre: «Prendimi in moglie questa ragazza». Intanto Giacobbe aveva saputo che quello aveva disonorato sua figlia Dina, ma i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame, e Giacobbe tacque fino al loro arrivo.

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Prima i figli di Giacobbe acconsentono che Sichem possa sposare Dina, a condizione che tutti i maschi si lascino circoncidere. Ecco cosa accade dopo la circoncisione: “Ma il terzo giorno, quand’essi erano sofferenti, i due figli di Giacobbe, Simeone e Levi, i fratelli di Dina, presero ciascuno la propria spada, entrarono indisturbati nella città e uccisero tutti i maschi. Passarono così a fil di spada Camor e suo figlio Sichem, portarono via Dina dalla casa di Sichem e si allontanarono. I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella. Presero le loro greggi e i loro armenti, i loro asini e quanto era nella città e nella campagna. Portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini e le loro donne e saccheggiarono quanto era nelle case. Allora Giacobbe disse a Simeone e a Levi: «Voi mi avete rovinato, rendendomi odioso agli abitanti della regione, ai Cananei e ai Perizziti. Io ho solo pochi uomini; se essi si raduneranno contro di me, mi vinceranno e io sarò annientato con la mia casa». Risposero: «Si tratta forse la nostra sorella come una prostituta?» (Cfr. Gen 34,1-31). Oltre alla vendetta senza alcun limite, si deve aggiungere l’inganno. In più c’è una pena che viene inflitta a degli innocenti che nulla avevano fatto di male.

Il Signore non ama questa giustizia spropositata, senza né limite e né misura e per questo dona al suo popolo la Legge detta del taglione: la vendetta dovrà essere proporzionata al male subito: “Quando alcuni uomini litigano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un’ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato. Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido (Es 21,22-25).

Gesù abolisce anche questa Legge. Non solo non ci si deve mai vendicare, non solo si deve sempre perdonare, in più neanche ci si deve opporre al malvagio. Di fronte al malvagio dobbiamo essere come una foglia sulle ali del vento. Esso può fare di noi ciò che vuole. Vuole la tunica e gli si dona anche il mantello. Ti costringe ad accompagnarlo per un miglio e tu ne farai due. In più si deve essere sempre pronti a fare del bene. Uno chiede un prestito? Se lo si può fare, mai si devono voltare le spalle. Cristiano è colui che si lascia spogliare anche delle sue vesti.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 5,38-42

Gesù non chiede ai suoi discepoli se non ciò che lui ha fatto durante i giorni della sua passione: “Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra (Mt 27,27-38).

Se il cristiano vivesse questo insegnamento di Cristo, si arrenderebbe come Cristo Signore dinanzi al malvagio. La terra sarebbe un’oasi di grande pace. Ci aiuti la Madre di Dio a imitare Gesù.

Fonte