Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 13 Agosto 2021

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Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.

In verità Mosè non ha dato una legge di ripudio fondandola sull’arbitrio o sulla pura volontà dell’uomo. Per il ripudio vi era una sola causa: “Ha trovato in lei qualcosa di vergognoso”. Solo per questo motivo Mosè aveva consentito il ripudio. Non ci sono altre ragioni oggettive. Nella Legge di Mosè non esistono. Leggiamo il testo del Deuteronomio: “Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che ella non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa. Se ella, uscita dalla casa di lui, va e diventa moglie di un altro marito e anche questi la prende in odio, scrive per lei un libello di ripudio, glielo consegna in mano e la manda via dalla casa o se quest’altro marito, che l’aveva presa per moglie, muore, il primo marito, che l’aveva rinviata, non potrà riprenderla per moglie, dopo che lei è stata contaminata, perché sarebbe abominio agli occhi del Signore. Tu non renderai colpevole di peccato la terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti in eredità” (Dt 24,1-4).

Quando l’idolatria dilaga nel popolo, allora non solo il primo comandamento viene calpestato. Tutti vengono calpestati, disprezzati, trasgrediti, ignorati, considerati cosa vile, compreso il sesto che vieta l’adulterio. È nei tempi di forte idolatria che sorgono tutti i disordini sessuali. Sappiamo che con il profeta Malachia il Signore è intervenuto con fermezza per stroncare la piaga del ripudio. Ecco le sue parole di fuoco: “Un’altra cosa fate ancora: voi coprite di lacrime, di pianti e di sospiri l’altare del Signore, perché egli non guarda all’offerta né l’accetta con benevolenza dalle vostre mani. E chiedete: «Perché?». Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele, e chi copre d’iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli (Mal 2,13-16).

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Nella risposta che dona ai farisei Gesù fa esplicito riferimento alla creazione. L’uomo creato ad immagine e a somiglianza di Dio non è il maschio e non è la femmina. L’uomo creato ad immagine di Dio sono il maschio e la femmina che nel matrimonio diventano una cosa sola. Maschio e femmina sono ad immagine e a somiglianza di Dio. Due maschi non lo sono. Due femmine non lo sono. Lo sono invece un maschio e una femmina uniti in una sola carne. L’unità una volta che è stata costituita – ed è unità solo quella tra un uomo e una donna, un maschio e una femmina – è unità di natura e non c’è ritorno indietro. Ecco cosa rivelano i Sacri Testi che lo Spirito Santo ha consegnato all’intera umanità: “Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.  Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Gen 1,26-28).

E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne (Gen 2,18-24).  

Urge che una verità sia messa in piena luce. Non è la Parola dello Spirito Santo che “crea” l’unità indissolubile. L’unità indissolubile è per natura creata. Lo Spirito Santo rivela la verità che è scritta nella natura dall’istante della sua creazione. Dio non crea prima un maschio, poi una femmina e poi li costituisce in unità. Li crea già costituiti in unità, li crea  già un solo corpo. La rivelazione contenuta nel secondo Capitolo della Genesi ha per noi un grandissimo significato. Essa ci dice che questa unità dovrà essere sempre riconosciuta e sempre accolta. Nel Terzo Capitolo della Genesi viene rivelato che è il peccato il distruttore di ogni unità. Quando l’unità viene sciolta allora si deve andare a cercare il peccato che l’ha distrutta. Si toglie il peccato e si ritorna nell’unità. Quando il mondo è conquistato dall’idolatria allora nulla viene conservato nella verità e nell’unità. Chi rompe la sua unità con il suo Signore, che è la fonte di ogni unità e verità, potrà mai conservare qualcosa nella sua verità e unità? Mai. Gli manca la sorgente eterna dell’unità e della verità.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 19,3-12

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Oggi nel mondo l’idolatria si respira come l’aria. Ci avvolge come l’aria. Quali sono i segni che siamo tutti inquinati di idolatria e inquiniamo il mondo di questa peste dello spirito e dell’anima, i cui effetti di morte sono anche sul corpo? Dai disordini sessuali che ormai sono legge universale di vita. È disordine sessuale ogni relazione unitiva dei corpo che non sia vissuta nel matrimonio legalmente celebrato e il matrimonio può esistere solo tra un uomo e una donna, tra un maschio e una femmina per natura creata da Dio. Per natura formata invece dall’idolatria ogni unione sessuale è possibile: maschio-maschio, femmina-femmina, padre-figlia, madre-figlio, zia-nipote, cognato-cognata e via di seguito. Ormai stupro, incesto, pedofilia, omosessualità, coppie allargate, scambio del coniuge, prostituzione sia di donne che di uomini, la dilagante impudicizia, l’uso immorale del corpo, ogni sorta di impurità sono stile di vita, fanno cultura, sono ormai la nostra civiltà non di vita ma di morte. Se poi qualcuno dovesse osare dire che questi disordini offendono non solo il Creatore, ma la stessa natura dell’uomo, allora giù con gli insulti e le accuse di omofobia e quant’altro. È questa oggi la nostra civiltà: ognuno vuole vivere come gli pare. Nessuno può dire una sola parola di verità e di luce. Oggi neanche più di Cristo Gesù possiamo parlare. Se parliamo di Lui e della sua verità si è accusati di fare terrorismo religioso. Ma questi sono solo alcuni dei tristi frutti dell’idolatria che ci sta conquistando mente e cuore, corpo e anima. C’è possibilità che si torni un giorno nella vera luce della nostra natura? Questo giorno potrà avvenire quando si ritorna nella vera luce di Cristo Gesù. La Madre del Signore venga in nostro aiuto.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.