Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 12 Novembre 2021

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Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.

Ora Gesù dona alcuni riferimenti storici per aiutare i discepoli a comprendere immediatezza e repentinità della sua venuta. “Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo”. Nessun segno premonitore. Il Signore decide di lavare la terra dal peccato degli uomini mandando su di essa un diluvio. Ordina a Noè di costruirsi un’arca. Noè obbedisce. Quando la porta dell’arca fu chiusa, subito vennero le acque e coprirono la terra. Vi era forse qualcuno che sapeva cosa il Signore stesse per fare da lì a poco? Nessuno. Tutti erano ignari della sciagura che stava per abbattersi su di loro.

Mentre Noè costruiva l’arca, le genti mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Il diluvio non fu prima in una parte e poi in un’altra. La pioggia cadde da una estremità all’altra di tutta la terra e nello stesso istante. Essa è anche durata quaranta giorni e quaranta notti. Non vi fu salvezza per alcuno. All’istante tutta la vita sulla terra scomparve. Uomini e animali perirono. Così sarà quando il Signore verrà sulle nubi del cielo. Tutti lo vedranno, ma tutti saranno trasformati in un istante. Tutti compariranno dinanzi al Figlio dell’uomo per essere da Lui giudicati. Il giudizio sarà eterno e inappellabile.

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Anche quando il Signore decide di struggere Sodoma, solo Abramo ne era a conoscenza per rivelazione di Dio. Sappiamo che Abramo pregò perché il Signore non distruggesse la città. La sua preghiera si fermò a dieci giusti. Nella città però vi era il giusto Lot. Il Signore mandò i suoi Angeli a invitarlo ad uscire. A Lot fu concessa la grazia della salvezza anche dei due suoi generi. Questi vengono avvisati ad uscire. Ma non credettero alla parola degli Angeli. Parve loro che scherzassero. Anche in quel tempo storico gli uomini mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano. Nessuno pensava alla sua fine che sarebbe stata imminente, improvvisa.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 17,26-37

Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».  Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

La repentinità di questi due eventi Gesù la applica alla sua venuta. “Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà”. Dobbiamo però fare una necessaria distinzione: c’è la venuta nel tempo e quella alla fine dei tempi. La venuta nel tempo e la venuta alla fine dei tempi sono improvvise, ma assai differenti. Altra verità dice che la venuta di Gesù nel tempo non è una sola. Sono molteplici e varie. Sono venute per il singolo e anche per la moltitudine. Anche se le venute nel tempo sono molteplici, varie, nessuno sa quando sarà il suo giorno o la sua ora. Per questo siamo tutti chiamati a vigilare. Il Signore per ciascuno di noi, potrebbe venire anche fra un istante. Nessuno lo sa.

Ecco cosa dice Gesù sulla venuta nel tempo. “In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro”. Nel tempo le sciagure sono molte. Il Signore, per misericordia, concede all’uomo di mettere in salvo solo la sua vita. Ogni altra cosa dovrà essere considerata perduta. Ad ognuno la scelta. Perdere le cose e la vita, oppure perdere le cose e salvare la vita. Questa regola vale anche in preparazione della nostra eternità. Non possiamo portare nel cielo le cose e la vita. Dobbiamo scegliere. Si perdono le cose, si porta nel cielo la vita. È una scelta eterna. O la salvezza o la perdizione.

La moglie di Lot divenne una statua di sale, per non aver obbedito alla Parola degli Angeli. A Lot, alla moglie e alle figlie era stato detto di fuggire senza mai voltarsi indietro. La moglie si voltò e divenne una statua di sale. Una statua di pietra, ferro, bronzo o altro materiale sfida i secoli. Una statua di sale si scioglie con l’acqua ed è sgretolata dal vento. È una statua senza futuro. Sono tutti senza vero futuro, quanti non credono nella Parola del Signore. La vita dell’uomo è una scelta: scelta di Dio o di Satana, scelta della terra o del Paradiso, scelta di perdere la vita perché si è scelto Dio e il Paradiso, oppure scelta di guadagnare la vita sulla terra perché si è scelto Satana e le cose. Gesù ci avverte: “Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà”. Si cerca di salvare la propria vita, scegliendo Satana e le cose. “Ma chi la perderà, la manterrà viva”. Si mantiene viva la vita, scegliendo Dio e il suo Paradiso.  Come si sceglie Dio e il suo Paradiso? Scegliendo Cristo Gesù e la sua Parola, come la sola Parola di vita eterna per noi. Camminando nella Parola, di fede in fede e di verità in verità, rinnegando noi stessi si raggiunge il Paradiso.

Quando avviene una sciagura improvvisa, sia causata dagli uomini sia dalla natura, chi vivrà e chi morirà? Nessuno lo sa. “Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altra lasciato”. Chi verrà portato via e chi lasciato? Chi morirà e chi vivrà? Nessuno lo sa. C’è chi rimane in vita e chi viene preso e portato nell’eternità. Per questo dobbiamo essere sempre pronti per andare incontro al Signore che viene. Non solo nessuno sa quando viene. Neanche nessuno sa per chi viene. Parliamo naturalmente della venuta nel tempo. Quando verrà sulle nubi del cielo, allora verrà per tutti allo stesso istante. Allora sarà la fine del mondo.

Ora Gesù dona più vigore a quanto già detto. “Due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata”. Ma chi sarà portata via e chi sarà lasciata? Nessuno lo sa. Neanche lo si può immaginare. La storia ogni giorno attesta questa verità. In ogni calamità c’è chi resta e c’è chi parte. Ma chi parte e chi resta? Lo si conosce solo dopo, mai prima. Ogni Parola di Gesù riceve testimonianza di purissima verità dalla storia.

 “Allora gli chiesero”. Chi chiede sono i discepoli. “Dove, Signore?”. Il quando nessuno lo conosce. Si può conoscere il dove avverrà una sciagura, una calamità, una tragedia, una devastazione? Neanche questo è possibile.  Tutto ciò che avviene nel tempo non è oggetto di scienza. Noi conosciamo il passato. Non conosciamo il futuro. Gesù dice loro: “Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme gli avvoltoi”. Ma dove sarà il cadavere? Il cadavere è là dove c’è l’uomo. Dove c’è l’uomo sempre vi saranno gli avvoltoi, o le calamità e le tragedie che lo divoreranno. Chi sarà divorato oggi e chi domani? Nessuno lo sa. Dove si sarà divorati? Nessuno lo sa. Dall’insegnamento di Gesù viene fuori una verità che va messa nel cuore: il momento della sua fine nessuno lo conosce. Neanche il luogo della sua fine l’uomo conosce. Per questo si deve essere sempre preparati. Che significa essere preparati? Non certo alla morte che verrà in ogni momento e in ogni tempo. Dobbiamo essere preparati per sostenere il giudizio. Da esso dipenderà la nostra sorte eterna di inferno o di Paradiso per sempre. La Madre nostra celeste ci ottenga la grazia di vivere e morire nel Vangelo. Che la morte mai ci trovi fuori dal Vangelo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.