Il commento alle letture del 12 Novembre 2019 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato
Sap 2,23-3,9; Sal 33; Lc 17,7-10
Cosa è stato ordinato all’uomo? La risposta viene a noi attraverso il profeta Michea. Quest’uomo vorrebbe fare tante cose per il suo Signore. Esse però non sono state ordinate da Lui. A Lui non sono gradite. Non sono dalla sua volontà, cuore, mente.
«Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato?». Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio. La voce del Signore grida alla città e chi ha senno teme il suo nome: «Ascoltate, tribù e assemblea della città. Ci sono ancora nella casa dell’empio i tesori ingiustamente acquistati e una detestabile efa ridotta? Potrò io giustificare le bilance truccate e il sacchetto di pesi falsi? I ricchi della città sono pieni di violenza e i suoi abitanti proferiscono menzogna; le loro parole sono un inganno! Allora anch’io ho cominciato a colpirti, a devastarti per i tuoi peccati. Mangerai, ma non ti sazierai, e la tua fame rimarrà in te; metterai da parte, ma nulla salverai; e se qualcosa salverai, io lo consegnerò alla spada. Seminerai, ma non mieterai; frangerai le olive, ma non ti ungerai d’olio; produrrai mosto, ma non berrai il vino. Tu osservi gli statuti di Omri e tutte le pratiche della casa di Acab, e segui i loro progetti, perciò io farò di te una desolazione, i tuoi abitanti oggetto di scherno e subirai l’obbrobrio del mio popolo» (Mi 6,6-16).
Cosa ha chiesto il Signore ai figli d’Israele? La perfetta osservanza della sua Legge, dei suoi Statuti e Comandamenti. Dio chiede solo l’obbedienza, tutta l’obbedienza a tutta la sua Legge. Altro non chiede, altro non va fatto. Cosa chiede Gesù ai suoi discepoli? Che mettano in pratica la sua Parola. Al suo Vangelo Lui chiede perfetta obbedienza, domanda tutta l’obbedienza, senza mai venire meno ad essa. Quando la nostra obbedienza è perfetta, allora ci si deve dichiarare servi inutili. Perché inutili? Perché ogni altra cosa la farà per noi il nostro Dio, secondo la sua promessa.
Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo. Come frecce in mano a un guerriero sono i figli avuti in giovinezza. Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici (Sal 127 (126) 1-5).
Se il Signore non mette la sua benedizione, il cielo è di rame, la terra di ferro, gli alberi di pietra, le piante di marmo, gli anima di stoppa, ogni altra cosa per noi diviene pula. Mentre quando tutto si fa dall’obbedienza alla Parola, la benedizione del Signore riempie cuore, anima, spirito, mente, casa. Non si ha niente nella benedizione e il niente è tutto. Nella non benedizione si ha tutto e il tutto si trasforma in un niente. Si mangia, ma non ci si sazia, si beve e non ci si disseta, ci si copre ma non ci si ripara.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Uno dei compiti legati alla missione apostolica è quello di insegnare non il Vangelo, ma a vivere il Vangelo mostrando come esso va vissuto in ogni momento della nostra quotidiana esistenza. Si deve insegnare ad obbedire al Vangelo, obbedendo. Se non si obbedisce neanche si può insegnare come si obbedisce. Gesù ha chiesto il rinnegamento e si è rinnegato. Ha chiesto di prendere la croce e l’ha presa. Ha chiesto di vivere la Parola e l’ha vissuta tutta, senza tralasciare di essa neanche un trattino. Lui è il vero servo inutile. Ha fatto quanto gli è stato chiesto di fare. Ogni altra cosa l’ha fatta per Lui il Padre: lo ha innalzato nel più alto dei cieli e lo ha costituito Signore.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la nostra obbedienza al Vangelo sia perfetta.