Qual è il primo di tutti i comandamenti?
VENERDÌ 12 MARZO (Mc 12,28-34)
Leggendo il Deuteronomio e il libro del Levitico, dai quali è estratta la risposta di Gesù, si deve giungere ad una sola risposta: Non c’è un primo e neanche un secondo comandamento. C’è invece tutta la Legge del Padre, sia la Legge che detta la giustizia necessaria per amare e sia l’altra Legge quella della divina Santità che eleva la giustizia e la trasforma in grande carità e misericordia: “Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore, vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso; perché tu tema il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte” (Dt 6,1-8). Ama il Signore chi obbedisce al Signore. L’obbedienza è ad ogni Parola uscita dalla sua bocca. Nessuna è più grande e nessuna è più piccola, perché tutte “Parola di Dio”.
Per capire bene come si ama il prossimo dalla Parola secondo la Legge della divina santità, è giusto che si leggano i Capitoli XVIII, XIX, XX del Levitico. Il prossimo va amato come ognuno ama se stesso. Poiché nessuno può amare se stesso se non dalla Parola del Signore, anche il prossimo va amato dalla Parola del Signore: “Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio»” (Cfr. Lev 10,1-37). Non è l’uomo che decide come amare il prossimo, è invece Dio che dice all’uomo cosa deve fare per amarsi secondo verità e amare il prossimo come se stesso. Nella nostra fede, ci si ama e si ama dall’obbedienza alla Parola.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Anche Gesù ha amato il prossimo suo come se stesso, amando se stesso facendo tutta la volontà del Padre obbedendo ad essa fino alla morte di croce. Se Cristo Gesù non avesse obbedito al Padre, non avrebbe amato se stesso e mai avrebbe potuto amare l’uomo di un amore di salvezza, redenzione, giustificazione.
Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci che ci amiamo e amiamo dalla Parola.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.