Il commento alle letture del 12 gennaio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
In lui ho posto il mio compiacimento
DOMENICA 12 GENNAIO (Mt 3,13-17)
Nelle Parole che il Padre fa udire dal cielo vi è un chiaro riferimento alla profezia di Isaia. In essa non solo si parla esplicitamente del Messia, viene rivelata anche quale sarà la sua missione verso tutti i popoli e tutte le genti: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Is 42,1-7). Tutta la missione del Messia è dalla volontà del Padre. Tutto il Padre ha scritto per Lui. Tutto deve essere nel Cristo di Dio purissima obbedienza. Dai Vangeli, sappiamo che sempre Gesù si è lasciato muovere e condurre dallo Spirito Santo. Nulla ha fatto per sua scelta, suo volere, suo desiderio, sua volontà. Satana per questo sempre lo tentava: perché Gesù si dissociasse dalla volontà che il Padre aveva su di Lui. Se Gesù fosse caduto anche in piccolissime cose, non avrebbe operato la salvezza. Dalla disobbedienza anche minima, piccola, mai ci potrà essere redenzione.
In Cristo Gesù, Messia del Signore, si compie lo sposalizio dell’umanità con il suo Signore e Dio. Le parole del Padre anche a questa ulteriore profezia fanno riferimento: “Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Is 62,1-5). Dal Libro dell’Apocalisse sappiamo che questo sposalizio sarà eterno nella Gerusalemme Celeste, quando avverrà la creazione di cieli nuovi e terra nuova. Con lo sposalizio in Cristo, tra l’uomo e il suo Dio, si compie il mistero della creazione. L’uomo che per volontà e per parola onnipotente è uscito dal cuore del Padre, per il mistero dell’incarnazione e della redenzione abiterà in eterno nel cuore del Padre.
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Nel mistero di Gesù è la verità del mistero dell’uomo. Non solo il mistero dell’uomo è dal mistero di Cristo Signore, ma è nel mistero, per il mistero, con il mistero, formando con Lui un solo mistero per l’eternità. Mentre la creazione è un fatto di onnipotenza divina, la redenzione e il compimento del mistero sono per volontà dell’uomo. Volontà del Messia che si consegna ad una obbedienza al Padre fino alla morte di croce e anche volontà dell’uomo, che, anche lui, si consegna a Cristo in una obbedienza fino alla morte di croce. Tutto nella redenzione è dall’obbedienza alla Parola di Gesù. Si obbedisce il mistero si compie. Non si obbedisce, si rimane nella morte per sempre.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che in ogni uomo si compia il mistero di Cristo Gesù.