Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 12 Febbraio 2022

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SABATO 12 FEBBRAIO – QUINTA SETTIMANA DEL T.O. [C]

«Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».

I miracoli di Gesù sono tutti segni. Devono insegnare ai figli del popolo di Dio e ad ogni altro uomo che quando si cammina con il Signore, nella sua Legge, si obbedisce alla sua Parola, il Signore sarà lui a provvedere al pane dei suoi eletti, dei suoi amici. Il profeta Isaia ci dice che non solo il Signore provvede per quanti osservando la sua parola, aggiunge che anche i loro cavalli mangeranno biada saporita ventilata con la pala e con il vaglio. Leggiamo: “Eppure il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia,  per questo sorge per avere pietà di voi, perché un Dio giusto è il Signore; beati coloro che sperano in lui. Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme,  tu non dovrai più piangere. A un tuo grido di supplica ti farà grazia;  appena udrà, ti darà risposta.

Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione  e l’acqua della tribolazione, non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela», caso mai andiate a destra o a sinistra. Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d’argento; i tuoi idoli rivestiti d’oro getterai via come un oggetto immondo. «Fuori!», tu dirai loro. Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno, e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. Su ogni monte e su ogni colle elevato scorreranno canali e torrenti d’acqua nel giorno della grande strage, quando cadranno le torri. La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, come la luce di sette giorni, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse (Is 30,18-26).

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Gesù promette ogni cosa in aggiunta per coloro che cercano il regno di Dio e la sua giustizia: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate?

Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena (Mt 6,24.34).

Osserviamo bene cosa fa il Signore Dio nei giorni della sua creazione: prima di dare vita ad una creatura o nel cielo o sulla terra o nei mari, pensa a creargli il cibo per il suo nutrimento. Prima crea il cibo e poi dona vita alla creatura. Prima crea il cibo per l’uomo e poi dona la vita all’uomo. Quando la terra divenne ostile all’uomo? Quando l’uomo uscì per sua volontà dall’obbedienza al suo Signore. Ecco cosa prometta il Signore all’uomo: se tu ritorni a me, io sarà per te il tuo pane e la tua acqua, il tuo vestito, la tua casa e il tuo riparo. Nulla ti mancherà. È evidente che questo è un discorso di purissima fede. Ma oggi l’uomo è idolatra, immorale, ha rinnegato il suo Dio, necessariamente si dovrà affaticare per un pezzo di pane. Non solo si affatica invano. Lo cerca e non ne trova.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 8,1-10

Ecco oggi il grande peccato del cristiano. Parla del povero, ma per lasciarlo sempre povero. Invece dovrebbe indicargli la via per non essere più povero. Qual è questa via? Abbracciare la purissima fede in Cristo Gesù e vivere di obbedienza ad ogni sua Parola. Questo significa cercare il regno di Dio. Non è cristiano aiutare il povero, lasciando povero.