Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 10 Novembre 2021

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Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Gesù è in cammino verso Gerusalemme. Mentre sta per entrare in un villaggio, gli vengono incontro dieci lebbrosi, che si fermano a distanza. Era obbligo per i lebbrosi evitare ogni possibile contatto fisico con quanti non erano colpiti dalla malattia. La distanza è prevenzione. Per Legge quanti erano riconosciuti ammalati di lebbra venivano allontanati dalla comunità e dovevano vagare in luoghi solitari e deserti, lontani da ogni abitazione degli uomini. Era la loro condizione assai miserevole. Ma questo allontanamento era motivato dalla grande carità verso i loro fratelli. La lebbra si diffonde per contagio. Per amore uno veniva sacrificato per salvare una intera comunità.

Da lontano dicono ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”. Si rivolgono a Gesù perché avevano sentito che Lui aveva purificato altri lebbrosi. Gesù ha potuto con uno. Può anche con loro. Anche loro possono essere liberati. La fede nasce dall’annunzio, dal racconto, dalla narrazione. Non è dire solamente una parola. Neanche è riferire ciò che è accaduto agli altri. Siamo noi che dobbiamo manifestare i frutti della fede. È grande povertà della fede limitarsi a riferire quanto è scritto nel Vangelo. Il Vangelo narra quanto ha fatto Gesù Signore. Chi crede nella Parola del Vangelo deve narrare quanto la Parola ha operato nella sua vita.

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Appena Gesù li vede, dice loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. Gesù li manda dal sacerdote da lebbrosi. Essi però credono che sarebbero stati purificati e si incamminano per obbedire al comando dato loro. E mentre essi vanno, si trovano purificati. Perché si deve andare dal sacerdote? Perché il sacerdote doveva constatare la loro guarigione e compiere su di essi il rito della purificazione. Andando da lebbrosi, essi credono nella Parola di Gesù. Se non avessero creduto, non si sarebbero mossi. Questa loro fede deve insegnarci qualcosa. Il miracolo, il prodigio non sempre avviene all’istante. Richiede una fede supplementare. Essi chiedono a Gesù con grande fede. Gesù risponde mettendo alla prova la loro fede. Se voi avete veramente fede in me, attestatemelo. Andate dal sacerdote da lebbrosi. Essi glielo attestano. Realmente si stanno recando dal sacerdote da lebbrosi. La loro è vera fede. La loro fede viene premiata.

Lungo la via sono guariti. “Uno di loro, vedendosi guarito, torna indietro lodando Dio a gran voce”. Perché quest’uomo non obbedisce a Gesù e torna indietro lodando Dio a gran voce? Quest’uomo agisce mosso da una grande sapienza. Finora da lebbroso ha dimorato lontano dagli uomini. Tornare a casa un giorno prima o un giorno dopo nulla cambia alla sua vita. La purificazione può essere fatta anche domani. L’obbedienza non viene omessa. Essa è posticipata. Nella posticipazione nulla si toglie all’obbedienza, anche perché essa era prova per la loro purificazione. Ora che la prova è stata superata, si può anche rinviare il rito ad altri giorni. Il rito ha un solo fine: la dichiarazione fatta in modo pubblico della guarigione avvenuta. Come pubblica era stata la separazione dalla comunità, così pubblica dovrà essere la sua riammissione. Il sacerdote è il garante, il testimone.

Gesù va ringraziato perché è stato Lui il Mediatore, l’Intercessore, Colui che ha chiesto a Dio la guarigione. Va riconosciuta la Sorgente del bene. Ma va anche confessata la Mediazione attraverso la quale il bene è venuto a noi. Gesù va ringraziato in eterno perché ogni bene di salvezza, redenzione, vita eterna, luce, verità, giustizia, santità, viene a noi per mezzo di Lui. Gesù va ringraziato per dovere di giustizia. Dio va lodato per dovere di giustizia. A Dio va riconosciuto ciò che è di Dio. Lui è la Sorgente, la Fonte del bene. A Gesù va riconosciuto ciò che è di Gesù. Lui è il Mediatore di ogni bene.  Oggi la giustizia a Cristo Gesù viene negata. Lui non viene più né confessato, né professato, né creduto come il Mediatore Universale nella creazione, nella redenzione, nella salvezza, nella pace, nell’amore, in ogni dono del Padre. È giusto però che si sappia che se priviamo Cristo della sua Mediazione Universale, anche la Chiesa viene privata della sua mediazione universale in ordine ai doni di grazia, verità, vita eterna, luce che discendono per Cristo.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Vedendo questo Samaritano, Gesù osserva: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?”. Perché non hanno osservato la regola della giustizia verso di me? Sono venuti per chiedere il miracolo. Lo hanno ottenuto. Ora perché non sono venuti a ringraziarmi? Gesù non vuole essere ringraziato come solo atto di cortesia o di gentilezza. Vuole invece essere riconosciuto e confessato come il Mediatore della guarigione. Tutto è avvenuto per Lui. Gesù ci vuole insegnare che la verità è prima di ogni altra cosa. Prima viene confessata la verità e dopo ogni altra cosa va fatta. Se non si confessa la verità, le altre cose a nulla servono. Qual è la verità che sempre urge confessare? Che Dio nulla opera se non per Cristo, in Cristo, con Cristo. Che Gesù è il Mediatore, la via attraverso cui il Padre viene all’uomo nello Spirito Santo, ma anche la via, il Mediatore attraverso il quale lo Spirito Santo viene a noi. Nessuna nostra preghiera viene esaudita se non per Cristo. Nessuna grazia viene a noi data se non per Cristo. Nessuna redenzione, nessuna salvezza, nessuna giustificazione vengono date se non per Cristo, in Cristo, con Cristo. Oggi è questa verità che fa difetto nel cuore di molti discepoli di Gesù. Quando si perde la verità di Cristo Signore, tutta la verità si perde.

Oggi si sta perdendo la verità di Cristo e tutto si sta perdendo. Tutto viene coperto di falsità. Perché nessuno oggi più confessa la verità e la giustizia di Gesù Signore? Perché Cristo è calpestato? Perché ignorato? Perché dimenticato? Perché trascurato? Perché ci si relaziona con Dio come se Lui non esistesse? Devono venire gli stranieri ad insegnarci, rivelarci come si vive di giustizia e di verità verso Cristo Gesù? La Mediazione universale di Gesù Signore è essenza, verità, sostanza, giustizia di Cristo Gesù. Se la Chiesa non confessa questa verità in pienezza di rivelazione, dichiara se stessa inutile alla salvezza e alla redenzione. Oggi, sentendo parlare molti cristiani, è come se questa verità e giustizia di Cristo Gesù fosse stata cancellata da Dio. È come se noi vivessimo in una Terza Alleanza, senza però alcun legame con i contenuti delle prime due.

Gesù congeda quest’uomo, dicendogli: “Àlzati e va; la tua fede ti ha salvato!”. La fede in Gesù che libera dalla lebbra lo ha guarito dalla sua malattia. La fede in Gesù Mediatore lo salva dalla falsità e dall’ignoranza del vero Dio. Chi è il vero Dio? Conosce il vero Dio e Signore colui il quale ha Gesù come suo unico Mediatore universale – (Universale = in ogni cosa; universale = presso ogni uomo che viene sulla terra, uomo di ieri, oggi, domani, sempre). Quanti non hanno Gesù come loro unico e solo Mediatore non conoscono il vero Dio. Vivono nell’ignoranza di Dio. Quando vi è ignoranza di Dio, vi è anche ignoranza nella verità, nella giustizia, nella luce, nella moralità. Nell’ignoranza di Dio si vive anche nell’ignoranza dell’uomo. È sempre la vera teologia che fa la vera antropologia. Si cade dalla conoscenza del vero Dio, si cade anche dalla conoscenza del vero uomo. Il vero uomo è dal vero Dio. La Madre di Dio ci aiuti. Vogliamo gridare al mondo la Mediazione universale di Gesù.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.