Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 10 Febbraio 2022

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GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO – QUINTA SETTIMANA DEL T.O. [C]

Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Il Vangelo ci rivela che Gesù mai ha negato la sua grazia a quanti accorrevano a lui per ricevere un miracolo. Ecco cosa riferisce fin da subito l’Evangelista Matteo: “Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano (Mt 4,23-25).

Lo Spirito Santo che sempre muove il cuore di Cristo Gesù, vuole dare al mondo intero un esempio sulla giusta modalità di pregare. Lui vuole cuori che non si arrendano, che perseverino nella richiesta, che siano anche capaci di offrire al Signore le giuste ragioni per cui è cosa ottima che lui esaudisca la preghiera. Dinanzi alle ragioni di giustizia sarebbe ingiusto il Signore se non esaudisse la preghiera. Per chi si accosta al Signore per la preghiera, vale quanto insegna il Siracide sulla prova: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante,  non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso.  Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato? Perché il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione (Sir 2,1-11). Quando il Signore mette i nostri cuori nel crogiolo della prova, è allora che si manifesta la nostra vera fede in lui. Chi persevera nella preghiera e nell’obbedienza al suo amore allora di certo sarà esaudito dal Signore. Perché si parla di obbedienza all’amore? Perché la Donna Cananea ha un obbligo verso la figlia che è tormentata dallo spirito impuro. Essendo lei madre, deve amare la figlia al sommo dell’amore e quale è il sommo dell’amore? Dare alla figlia una vita senza alcun tormento. Come farà a darle questa vita senza tormento? Ricorrendo a Colui che può liberarla dallo spirito impuro. Dovendo lei obbedire a questa somma legge della sua natura di madre, di certo non lascerà Cristo Signore, finché da Lui non sarà esaudita nella sua richiesta.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 7,24-30

L’obbedienza alla Legge dell’amore richiede il sacrificio di tutto se stessi. Mai si deve smettere di obbedire a questa Legge che deve governare sempre Dio e gli uomini. Il Padre celeste obbedisce alla Legge del suo amore amando l’uomo con il dono più grande che lui ha: il proprio Figlio Unigenito, il Figlio del suo amore. Il Figlio Unigenito del Padre obbedisce alla Legge dell’amore consegnando la sua vita alla croce, offrendo il suo corpo in sacrificio per la salvezza dell’uomo.

Lo Spirito Santo obbedisce alla Legge dell’amore non smettendo mai di illuminare gli uomini con la luce della sua verità soprannaturale ed eterna. Una madre obbedisce alla Legge dell’amore consacrando tutta la sua vita al più grande bene del marito e dei figli. Di cero non obbedisce con il divorzio, con l’aborto, con l’adulterio. Così dicasi del padre di famiglia. Lui obbedisce versando tutto il suo sudore fisico e spirituale per il più grande bene della moglie e dei figli.

Un ministero del Signore obbedisce alla Legge dell’amore consacrando tutta la sua vita, vita della sua mente, vita del suo cuore, vita del suo corpo per il più grande bene del gregge. Di certo non ama il gregge che non si dedica alla contemplazione della Parola del Signore, che per un ministro è il pane assieme all’altro pane – quello dell’Eucaristia – con il quale deve nutrire il gregge a lui affidato. La madre Cananea obbedisce alla  Legge dell’amore strappando il miracolo a Gesù Signore.

Se lei non avesse insistito fino al dono del miracolo da parte di Gesù, di certo non avrebbe obbedito alla Legge dell’amore. Come la Madre di Gesù obbedisce alla Legge dell’amore? Vegliando, non chiudendo mai gli occhi, finché ogni pecora del gregge di Cristo Signore non raggiunga il paradiso.