Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2019

Il commento alle letture del 10 Dicembre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

È volontà del Padre vostro che è nei cieli

MARTEDÌ 10 DICEMBRE (Mt 18,12-14)

Fin dal primo peccato commesso è stato sempre il Signore ad andare in cerca dell’uomo. Così ha fatto con Adamo ed Eva nascosti nei cespugli del giardino: “Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?»” (Gen 3,8-11). Da questo istante mai il Signore ha smesso di cercare l’uomo. Mai si è arreso.

A Caino prima annunzia che lui può dominare il suo istinto omicida. Poi lo rassicura. Il sangue di Abele grida a Lui dal suolo. Ma Lui non è il Dio della vendetta, ma del perdono e della misericordia. Sempre, dopo il peccato, Lui lascia posto al pentimento: “Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai» (Gen 3,6-7). “Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse” (Gen 3,9-15).

Da Adamo fino a Giacobbe è il Signore che personalmente interviene per cercare la pecora smarrita al fine di condurla nel suo ovile. Con Mosè nasce la duplice mediazione della profezia e del sacerdozio. Con Samuele l’altra grande mediazione della regalità. Sacerdoti, re e profeti sono i ministri del Signore, ognuno secondo una sua particolare missione e ministerialità che devono sempre operare perché il popolo non si smarrisca o una volta smarrito ritorni al suo Signore e Dio. Sappiamo che sacerdozio e regalità fallirono nella loro missione. Rimase nella sua verità solo la profezia. I profeti sono stati sempre voce del Signore, perché non erano per discendenza, ma per chiamata diretta del Signore. Ad essi Dio ha sempre affidato il mistero della Parola. Per essi la divina Parola è risuonata nel popolo integra e pura.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Oggi chi deve andare in cerca delle pecore smarrite e anche di quelle che non sono pecore di Cristo Gesù sono gli Apostoli del Signore. Sono essi che devono andare in tutto il mondo a chiamare ogni uomo perché diventi discepolo. Ma sono anche loro che devono vigilare perché nessuna pecora loro affidata si perda, nutrendola di verità, grazia, luce, giustizia, vita eterna. In collaborazione con il ministero apostolico, secondo specifici ministeri, sacramenti ricevuti e dono di grazia e di verità, ogni altro membro del corpo di Cristo. Sempre però in comunione gerarchica con il servizio apostolico, mai senza di esso, mai contro esso, mai come via parallela ad esso. Se il missionario di Gesù naufraga nella sua missione tutto il gregge si perde. Se la vive in modo errato o con molta distrazione, le pecore presto si smarriranno, si perderanno.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che per nostra colpa nessuna pecora di Gesù si perda.

Fonte@MonsDiBruno

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