Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 10 Agosto 2021

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Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

L’Apostolo Paolo chiede a Romani di fare dei loro corpo un sacrificio vivente al Signore: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,1-2). Secondo quanto viene rivelato dal Salmo, Il Verbo Eterno del Padre vive per fare la volontà del Padre, ma non ha corpo da poter offrirlo a Lui: “Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo» (Sal 40,7-9).

Lo Spirito Santo dona al Verbo Eterno del Padre un corpo. Il Verbo del Padre nasce come vero uomo dal seno della Vergine Maria. In Lei si fa carne: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35). Questa verità così viene annunciata dall’Apostolo Giovanni: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).

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Essendosi fatto vero uomo, il Figlio Eterno del Padre può offrire il suo corpo al Padre e compiere l’umana redenzione. Questa verità è così rivelata nella Lettera agli Ebrei: “Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà». Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre (Eb 10,5-10).

Cristo Gesù è il più povero tra i poveri della terra. Non ha nulla. Qual è la sua elemosina, quale la sua carità, quale la sua opera di misericordia compiuta in nostro favore e che ha meritato per noi la salvezza eterna? La sua elemosina consiste nell’avere donato al Padre il suo corpo. Su di esso il Padre ha caricato tutti i nostri peccati e nel suo corpo li ha inchiodati sulla croce, perché rimanessero sul legno per l’eternità. Questa verità è così rivelata dallo Spirito Santo per bocca del profeta Isaia: “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore (Is 53,4-10).

Gesù dal cielo cade sulla terra. Nel suo corpo il Padre carica le colpe dell’umanità e Lui le espia per noi, in vece nostra. Ecco la grande elemosina che Cristo Gesù ha fatto in nostro favore: ci ha fatto dono del suo corpo. Il dono è duplice. Il suo corpo lo dona in sacrificio di espiazione per la cancellazione dei peccati del mondo. Ma anche il suo corpo e il suo sangue lo dona a noi nel Sacramento dell’Eucaristia perché la sua vita viva tutta nella nostra vita e Lui fino al giorno della Parusia potrà offrire il nostro corpo in sacrificio di espiazione per il peccato di tutti i nostri fratelli. Quanto l’Apostolo Paolo dice di Cristo Signore deve essere detto di ogni suo discepolo e può essere detto solo perché Cristo ci ha dato la sua vita per viva tutta nel nostro corpo: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.

In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2Cor 5,18-21). Quando noi diventiamo in Cristo giustizia di Dio? Quando tutta la vita di Cristo vive nel nostro corpo. Questo è il fine dell’Eucaristia e questo significa mangiare il corpo di Cristo: dare a Cristo il nostro corpo perché Lui possa perpetuare in noi il suo mistero di redenzione fino alla fine del mondo. Se mangiamo Cristo Gesù e non diamo il nostro corpo a Lui perché Lui viva tutta la sua vita in noi, nella pienezza del suo mistero – lui è fatto peccato in nostro favore, noi siamo fatti peccato in Lui in favore del mondo intero – allora l’Eucaristia da noi è ricevuta non secondo verità. La riceviamo vanamente e spesse volte anche in modo indegno e sacrilego. 

LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 12,24-26

In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

Ogni discepolo di Gesù ha un corpo. Il corpo è la sua ricchezza. Se offre questa sua ricchezza al Padre, perché il Padre faccia di essa un “sacramento” perché Cristo Gesù oggi possa vivere pienamente in Lui e perpetuare nei secoli la sua missione di Servo del Signore, allora la sua elemosina sarà veramente grande, grandissima. Per questa sua offerta il Padre potrà redimere e salvare il mondo. Se invece il cristiano tiene la vita per se stesso, essa marcirà nel tempo e anche nell’eternità. il Signore ci dona la vita perché noi facciamo di essa un sacrificio al Lui. Questa verità lo Spirito Santo l’aveva già rivelata per bocca di Davide, ma solo per le cose materiali: “«Benedetto sei tu, Signore, Dio d’Israele, nostro padre, ora e per sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, lo splendore, la gloria e la maestà: perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno, Signore: ti innalzi sovrano sopra ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria, tu domini tutto; nella tua mano c’è forza e potenza, con la tua mano dai a tutti ricchezza e potere. Ed ora, nostro Dio, noi ti ringraziamo e lodiamo il tuo nome glorioso. E chi sono io e chi è il mio popolo, per essere in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Tutto proviene da te: noi, dopo averlo ricevuto dalla tua mano, te l’abbiamo ridato” (1Cr 29,10-14).  Tuo, Signore, è il nostro corpo. Tu lo hai dato a noi, perché noi lo ridiamo tutto a te. Come si dona il corpo al Signore nostro Dio? Rivestito di ogni virtù. Libero da ogni macchia o ombra di peccato, anche lieve. Il nostro corpo va dato al Padre rivestito di Cristo e del suo Vangelo. Vergine purissima, aiutaci a fare del nostro corpo un’offerta gradita a Dio, affinché Gesù Signore possa vivere in noi il mistero della redenzione.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.