Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 1 Novembre 2021

971

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Gesù non ha un insegnamento segreto. La Parola di Gesù è pubblica, per tutti, sempre. Le folle devono sempre sapere che quanto i discepoli insegnano è la stessa parola da esse ascoltata. Quanto Gesù ha fatto sul monte deve essere vissuto quotidianamente dai discepoli. Oggi invece sembra avvenire al contrario. Le folle ascoltano una Parola di Cristo Gesù e i suoi discepoli ne predicano un’altra. Quando questo accade, nascono nella comunità dei credenti caos e confusione, smarrimento e raffreddamento nell’amore e nella verità. Il discepolo sempre deve parlare dalla Parola che Gesù ha data alle folle. Se Gesù ha dato alle folle una Parola, questa Parola i discepoli devono spiegare. Non possono né aggiungere né togliere. Le folle non hanno ricevuto altre parole. Se non le hanno ricevute, noi non possiamo darle ad esse. Purtroppo oggi siamo in un mare di guai in ordine alla retta fede, perché i discepoli di Gesù donano alle folle i pensieri del loro cuore, ma non spiegano la Parola di Gesù, quella Parola da Lui data alle folle insieme ai suoi discepoli. Sarebbe sufficiente rispettare questa modalità del Maestro e nella Chiesa del Dio vivente non vi sarebbero né scismi, né divisioni, né confusioni, né caos né altre pesti che distruggono la vera fede in Cristo Gesù. La Parola non è dei discepoli. Essa è della folla e dei discepoli. I discepoli devono intervenire per illuminare, spiegare, formare nella retta conoscenza della verità contenuta nella Parola. Essi non hanno potere sulla Parola.

La prima beatitudine è l’essenza di tutto il Vangelo di Gesù Signore. Senza di essa nel cuore, nell’anima, nella mente, nel corpo, le altre beatitudini mai potranno attecchire in noi secondo pienezza e purezza di verità. Il povero in spirito è colui che vede se stesso sempre come creato e fatto dal suo Signore e Dio. È povero in spirito, perché lui sa che non ha alcuna possibilità di farsi, crearsi, rigenerarsi, santificarsi, amarsi secondo verità. Il povero in spirito non è neanche come la creta nelle mani dell’artigiano. L’artigiano lavora qualcosa che già esiste. Il povero in spirito è come il nulla nelle mani del suo Creatore. Dio deve prima crearlo e poi formalo.

- Pubblicità -

Il pianto è il frutto del peccato del mondo. Mai deve essere il frutto di peccati o di vizi personali. Quando si è sulla croce del peccato del mondo, come Cristo Gesù Crocifisso, come Lui si deve vivere la croce offrendola in sacrificio. Poi verrà il Signore con la sua consolazione. Nel pianto è solo il povero in spirito. Questi accoglie la sofferenza e ogni croce come via necessaria perché il suo Dio lo modelli secondo la sua volontà. Il pianto è lo strumento di Dio. Se non si è poveri in spirito, come Cristo Gesù, il pianto può anche trasformarsi in ribellione contro il Signore.

Mite è il povero in spirito che sa stare sopra ogni croce, vista da lui nella fede, come la sua via del suo essere a vera immagine di Cristo Gesù Crocifisso. Il mite vede ogni croce come il martello di Dio per modellare il suo cuore. È evidente che senza una purissima povertà in spirito, frutto di una fede immacolata, non si hanno gli occhi per vedere la croce come il martello di Dio che si è messo all’opera per modellarci secondo il suo cuore. Senza gli occhi di purissima fede, senza la visione di Dio nella nostra vita, la croce diviene motivo ribellione e perdita della speranza.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 5,1-12a

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Hanno fame e sete della giustizia quanti vedendosi non perfettamente formati dal loro Dio, desiderano ardentemente di venire da Lui formati aggiungendo ancora quanto manca. Sono coloro che non desiderano la perfezione della formazione solo per se stessi, offrono anche la loro vita al Padre, perché dal loro sacrificio tragga la materia di grazia e verità per formare il mondo intero. Visione altissima di fede. Gesù è il vero affamato e assetato di giustizia. Lui ha chiesto al Padre di seminarlo in terra per poter morire e acquisire la perfezione assoluta nel suo corpo.

Il misericordioso è il povero in spirito che, vedendo i suoi fratelli mancanti nello spirito, anima e corpo, impegna ogni sua energia spirituale e materiale, viene in aiuto al Padre celeste, perché anche loro da Lui possano essere fatti. La misericordia non è una relazione uomo-uomo. È invece la più alta relazione soprannaturale. Il povero in spirito ogni giorno si lascia fare da Dio. Ogni giorno lui fatto da Dio aiuta Dio perché possa fare ogni altro. Se Dio non viene aiutato, lasciandoci noi fare da Lui per aiutare Lui a fare ogni altro uomo, mai possiamo parlare di misericordia.

Il puro di cuore è il povero in spirito che vede sempre Dio all’opera per formare la sua vita. Vede anche Dio nella storia, tutto intento a preparare le condizioni necessarie perché ogni altro uomo possa accogliere la sua opera. Se non si è veramente poveri in spirito, mai si potrà essere veramente puri di cuore. Se non si è poveri in spirito, non siamo fatti da Dio, ma dal nostro peccato e dal peccato del mondo.

 L’operatore di pace è il povero in spirito, che dona tutto se stesso a Dio, come strumento, perché il Signore possa fare ogni altro uomo povero in spirito. La pace è portare l’uomo nella sua verità di creazione, redenzione, santificazione. Questo può avvenire solo portando ogni uomo nella Parola di Cristo, per essere portato in Cristo e nello Spirito Santo, per essere offerto al Padre. L’operatore di pace presta a Dio corpo, anima, spirito perché Lui possa creare i suoi figli.

 Il perseguitato per la giustizia è colui che viene perseguitato perché povero in spirito, perché vero figlio di Dio. È perseguitato perché con la sua vita attesta che le opere degli altri sono malvage, non sono secondo purezza di verità. Sempre quando si è poveri in spirito si è perseguitati dal mondo. Il mondo non tollera che qualcuno sveli il suo peccato, gridi la sua ingiustizia, manifesti la sua iniquità. Cristo Gesù, vero povero in spirito, è stato crocifisso dal mondo. Il perseguitato per la giustizia sopporta ogni cosa, prima di tutto in espiazione delle sue colpe e dei suoi peccati e poi anche come via necessaria per cooperare come corpo di Cristo alla redenzione dei suoi fratelli.

La vita dei discepoli di Gesù non sarà per nulla facile. Contro di essi il mondo si avventerà. Li perseguiterà, li insulterà, mentendo dirà ogni sorta di male contro di essi per causa di Cristo Signore. È stata la storia di Cristo, sarà la loro.  Gesù dice che i persecutori dei discepoli del Signore, uccidendo loro, penseranno di rendere gloria a Dio. Crederanno di difendere il suo nome santo. Quando questo accadrà, i discepolo dovranno rallegrarsi e gioire. La loro ricompensa sarà grande nel regno dei cieli. Sono stati perseguitati i profeti. Sarà crocifisso Lui. Anche i discepoli saranno insultati e perseguitati. Ritorniamo alla povertà in spirito. Con essa, la vita è stata consegnata nelle mani del Signore. È Lui il custode di essa. Se Lui permette che essa passi per la croce, la croce è la sola via per la nostra salvezza eterna.  Se Lui lascia che passi per la via dell’insulto e della persecuzione, altre vie non esistono. Nell’insulto, nella calunnia, nella maldicenza, nella cattiveria il povero in spirito sempre si consegna al Padre. La Madre di Gesù ci aiuti a vivere nella Parola sempre.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.