“Il film “Cento giorni a Palermo” racconta la vicenda del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso dalla mafia nel capoluogo siciliano. Guardarlo in carcere, come mi è capitato di fare a Crotone, tra i detenuti per associazione mafiosa, significa sperimentare un’ottica rovesciata. Laddove ci sarebbe stato il silenzio trattenuto da parte di spettatori “normali” davanti alla scena, carica di tensione, dell’agguato e della morte del generale, in carcere riecheggiavano invece applausi e fischi di approvazione per gli assassini, come davanti a una pellicola in cui si fossero invertiti i ruoli dei buoni e dei cattivi. Capivo che quei volti, illuminati a tratti dalle luci di proiezione, avevano visto davvero quel tipo di scene, o meglio, le avevano vissute da protagonisti. Ho capito in quel momento, con evidenza netta, che pur visionando lo stesso film, fra me e loro, fra la gente perbene e la mafia, c’erano due modi opposti di guardare le stesse cose.”
(Gian Carlo Bregantini)
Guarda l’intervista all’autore
Acquista il libro su Libreria del Santo