La parola che spezziamo domenica prossima 23 aprile 2023, Terza del Tempo di Pasqua, ci invita a riflettere sul racconto dei discepoli di Emmaus: un brano toccante e suggestivo nel quale, dopo aver camminato insieme allo sconosciuto che si era affiancato a loro, essi non avevano riconosciuto in lui il Signore.
“Il loro cuore era chiuso nel dolore e nella delusione della sconfitta”, osserva Mons. Angelo Spinillo nel suo commento al Vangelo. “Avevano seguito il maestro, speravano potesse risollevare le sorti del popolo, per poi vederlo condannato alla morte più terribile e infamante”. Così, dopo aver percorso un tratto di strada insieme, giunti alla loro casa i discepoli invitano lo sconosciuto a fermarsi a cena ed è proprio lì, a tavola, che egli fa in modo di essere riconosciuto grazie a quel gesto che è proprio di Gesù: lo spezzare il pane.
“Un gesto che indica l’offerta della vita e ci fa pensare alla verità essenziale: proprio in quel pane spezzato, come commensali siamo chiamati alla sua mensa a celebrare la sua presenza viva in mezzo a noi”. Ecco perché, raggiungendo di corsa i fratelli che erano a Gerusalemme, i discepoli non hanno più timore delle tenebre della notte: essi, conclude il vescovo di Aversa, “portano dentro di sé la luce della speranza e dell’annunzio di una vita nuova che il Risorto ha donato e ogni giorno dona a noi”.
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