Lc ย 17, 7-10
In quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซChi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirร , quando rientra dal campo: โVieni subito e mettiti a tavolaโ? Non gli dirร piuttosto: โPrepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finchรฉ avrรฒ mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tuโ? Avrร forse gratitudine verso quel servo, perchรฉ ha eseguito gli ordini ricevuti? Cosรฌ anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi รจ stato ordinato, dite: โSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareโ.
Ancora una parola che ci urta. Possono forse quelli che hanno fedelmente servito il loro padrone, arando il suo campo, pascolando il suo gregge, preparandogli da mangiare, in breve facendo tutto ciรฒ che aspetta dai suoi servi โ e quel padrone non รจ necessariamente cattivo o crudele โ, possono forse quei servi concludere la loro giornata dicendo come chiede Gesรน: โSiamo servi inutili!โ? Impossibile!
[ads2]Gli esegeti hanno quindi cercato un senso attenuato al termine โinutileโ: โSiamo nientโaltro che serviโฆ Siamo solo poveri serviโฆ Siamo servi non necessariโฆโ. Purtroppo lโaggettivo โ piuttosto raro โ utilizzato qui qualifica proprio ciรฒ che รจ inutile e inutilizzabile. Allโinfuori del nostro testo qualifica nella Bibbia il servo pigro e fannullone della parabola dei talenti (Mt 25,30), un vaso rotto che non serve piรน a nulla (Bar 6,15), o traduce ancora la volontร di Davide di abbassarsi fino a diventare spregevole agli occhi di sua moglie, pur di poter danzare davanti al Signore (2 Sam 6,22).
Allora come comprendere questa inutilitร ? Notiamo che non il padrone della parabola pronuncia questo giudizio; รจ invece il Signore che invita i suoi discepoli a considerarsi tali. Ciรฒ ha fatto dire ad un lettore attento: โMiserabile lโuomo che il Signore chiama โservo inutileโ; ma beato colui che cosรฌ chiama se stessoโ (J.A. Bengel). Ma perchรฉ questo servo puรฒ dirsi beato? Perchรฉ ha capito che la sua esistenza non si svolgeva sotto il segno del dovuto, del commerciabile o del do ut des, ma sotto il segno della gratuitร , nellโampio spazio della grazia e della misericordia di Dio, e dunque nel regime della vera libertร . Ha capito che la sua vita poteva diventare unโopera dโarte che, se รจ vera, รจ gratuita perchรฉ senza prezzo, โinutileโโฆ come un fiore.
E allora โ oso appena scriverlo โ quel servo vedrร il suo Signore fare proprio ciรฒ che il padrone della parabola non poteva fare: togliersi la veste, prendere un asciugamano, cingerlo attorno alla vita e lavare i piedi dei suoi amici, come fece Gesรน durante lโultima cena (Gv 13,2-14), lui che ha detto: โNon sono venuto per essere servito, ma per servireโ (cf. Lcย 22,27). Non รจ forse ciรฒ che fa quel padrone che torna dopo una lunga assenza e trova i suoi servi vigilanti: โIn veritร io vi dico, si stringerร le vesti ai fianchi, li farร mettere a tavola e passerร a servirliโ (Lcย 12,37)? Scopriamo allora questo: poichรฉ il Signore si comporta cosรฌ nei nostri confronti, ci rende capaci di fare lo stesso ai nostri compagni in umanitร .
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fratel Daniel della comunitร monastica di Bose
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