Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 6 Agosto 2021

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Promessa di bellezza

La Trasfigurazione è festa di tutte le chiese di oriente ed occidente, che la liturgia latina ha istituito definitivamente nel Messale del 1570. Al di fuori di alcuni ambiti di vita monastica e religiosa che la celebrano come sostegno e sprone nel cammino di conversione, essa non è mai molto sentita, penso perché parla di una salvezza da vertigini! Dal 2000, su proposta del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeos I, è diventata anche giorno di intercessione per l’unità dei cristiani.

In alcune chiese orientali è conosciuta come “Pasqua dell’estate” e questo mi sembra colleghi il conoscere Cristo quale compimento delle Scritture, con il riconoscere nella storia le energie della Passione e Resurrezione del Signore, nascoste ma già operanti.

Posto a metà del Vangelo e della vita pubblica di Gesù, questo testo è rivelazione ai discepoli che riprende e completa quella avvenuta per Gesù stesso nel battesimo: il Maestro è il Figlio diletto, come Isacco amato e offerto per amore.

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Capire il senso e il modo dell’opera di salvezza è capire il Figlio amato/prediletto e consegnato in un amore ancora più grande, da ascoltare fattivamente, più che da guardare con venerazione.

Trasfigurazione luminosa che rischiara il passato, il presente e il futuro delle Scritture e degli uomini, da leggere alla luce di 1Gv 3,2: “Siamo fin d’ora figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato” (cfr. Col 3,4). Svela dunque non solo il mistero di Cristo, ma anche il nostro: un futuro di luce per l’uomo già ora reso luminoso dalla relazione con Dio, con le Scritture, con le vite degli altri. Si può leggere il racconto evangelico come l’esplicitazione della vocazione dell’uomo alla divinizzazione (cfr. 2Pt 1,4;) e del creato tutto alla comunione con Dio.

Trasfigurazione allora come chiamata alla speranza; è intravedere in primizia il punto di arrivo del cammino salvifico di Dio: diventeremo belli, ciascuno, ogni creatura, al di là di ogni nostra possibilità! In questo viene riassunto tutto! Non tentare nessuna risposta, ma custodire un silenzio credente.
Parlare significa solo lasciare spazio allo spavento davanti allo splendore, al voler fermare il tempo, mentre quello che ci è prospettato non è il provvisorio di un adesso pur bello, ma quello del compimento che verrà.
Neanche il corpo attuale è l’ultima parola: ultima parola è bellezza, candore.

Un corpo che cambia è nella natura delle cose: dal feto al cadavere, dal bimbo al vecchio, inizio e fine, ma qui è cambiamento in bellezza. Lo sfigurato della Passione “fu trasfigurato” (meglio che “si trasfigurò”).
Kalógheros (lett. “bel vecchio”) è, nella tradizione orientale, l’uomo santo, secondo Dio. Primizia dell’opera della trasfigurazione operata da Dio è un “bel vecchio”, qualunque sia la sua età, vittoria di Dio sui peccati dell’uomo, ricostituzione dell’immagine e somiglianza di cui Cristo è anticipazione e garanzia come secondo Adamo.

Regno di Dio che viene in un corpo che Colui che “vide che era cosa molto buona/bella” ha il potere di trasformare/compiere.
Trasfigurazione come epifania/manifestazione del nascosto: imparare a scorgere il Messia, o piuttosto la realtà umana secondo Dio, “l’uomo nascosto del cuore” (1Pt 3,4).

un fratello di Bose


Fonte

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