La passione del Precursore
Giovanni il battezzatore irrompe nella storia di Israele come colui che predica nel deserto la conversione, il ritorno al Signore perché il Signore è Veniente. “Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. Dice a gran voce che il tempo dell’attesa è compiuto, ora è il tempo del compimento delle promesse. Lui è il messaggero inviato da Dio a preparare la venuta del Messia: “Viene dietro a me colui che è più grande di me”. In Giovanni Battista c’è tutto l’Antico Testamento che è rivolto al Messia, che avrà nome Gesù. E la vita di Giovanni è profondamente legata a quella di Gesù, è il Precursore che prepara la strada.
Nel brano precedente al vangelo odierno abbiamo visto Gesù rifiutato dai suoi concittadini a Nazareth, qui vediamo il Battista incarcerato da Erode. Giovanni non ha taciuto le colpe dei potenti, le infedeltà all’Alleanza. I potenti non sopportano la voce dei profeti che denunciano ingiustizie e menzogne. Già Erode vorrebbe far morire Giovanni, ma è frenato dal sentire del popolo che vede nel Battista un profeta, come al solito ai potenti interessa il consenso non la verità. Ma i suoi equilibrismi politici saltano nell’occasione propizia, durante una festa al palazzo, quando nello stordimento generale tra bevande e spettacoli, Erode si lancia in un giuramento. Così arriva la richiesta della testa di Giovanni il Battista e il corrotto Erode per non perdere prestigio di fronte ai cortigiani avvinazzati convalida il capriccio di una ragazzina e la malvagità di Erodiade. Così nell’indifferenza e nella banalità viene ucciso colui che Gesù aveva detto “il più grande tra i nati di donna”.
E la passione di Giovanni il precursore diventa profezia del cammino che attende Gesù. “Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce” (Gv. 5,35). Ogni generazione rischia di essere la generazione che non riconosce i profeti. Gesù dirà: ” È venuto Giovanni che non mangia e non beve, e dicono: È un indemoniato!”. È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve e dicono: “Ecco un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori”. (Mt. 11, 18-19).
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fratel Domenico
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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