Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 29 Settembre 2021

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Oggi facciamo memoria degli angeli e dei messaggeri del Signore, degli inviati che lungo tutta la Scrittura servono Dio assistendo gli uomini, annunciando loro la volontà del Signore e proteggendoli nel loro cammino terreno.

Anche nei vangeli, soprattutto in Luca, gli angeli sono ben presenti: sono loro che annunciano a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria l’azione dello Spirito di Dio in lei; sono loro che ispirano e determinano le scelte e le azioni di Giuseppe quando è chiamato a prendere con sé Maria e poi a fuggire in Egitto per farne ritorno successivamente.

Gli angeli accompagnano anche la vita di Gesù negli anni del suo ministero, quando lo servono durante la dura prova delle tentazioni, o quando lo confortano nell’ora buia del Getsemani.

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Gesù stesso parla di loro nella sua predicazione, quando, per esempio, dice la gioia che condividono con il Padre per un peccatore che si converte, o quando annuncia che il Figlio dell’uomo al suo ritorno verrà con i suoi angeli.

E non per ultimo in ordine di importanza, sono gli angeli a dare l’annuncio della resurrezione di Gesù nell’alba di Pasqua, annuncio che rallegra e nello stesso tempo sconvolge le donne venute al sepolcro per ungere il corpo del loro Maestro. 

Nel testo di oggi è Gesù che li menziona parlando a Natanaele, il quale lo ha appena riconosciuto quale “Figlio di Dio” e “re di Israele” (cf. v. 49).

Gesù dice: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo” (v. 51), riprendendo così un’immagine già presente in Genesi 28,12 quando Giacobbe a Bethel, in sogno, vede gli angeli salire e scendere su una scala che è poggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo.

Nel nostro testo la scala non è presente perché il “mezzo” di unione tra il cielo e la terra è Gesù stesso, è tramite lui che la rivelazione si compie, è in lui che il Padre si rivela. Ma questo non è ancora un’evidenza per i discepoli, per Natanaele con cui Gesù sta dialogando: essi, come noi, sono ancora in cammino verso la luce, verso quella visione in cui gli angeli attestano con il loro salire e scendere sul Figlio dell’uomo che ora è Gesù stesso Bethel, ovvero “la casa di Dio” in mezzo agli uomini, e tramite lui è possibile il ricongiungimento tra i figli e il Padre, tra le creature e il creatore.

Potremmo dire che in Giovanni gli angeli che salgono e scendono sul Figlio dell’uomo dicono il beneplacito del Padre sul Figlio e sono la rappresentazione visiva di quelle parole del Padre che negli altri vangeli risuonano nel battesimo e nella trasfigurazione: “Questi è il mio Figlio amato, nel quale sta la mia gioia”.

Sì, gli angeli con il loro “danzare” sopra Gesù manifestano la gioia e la comunione tra il Padre e il Figlio, gioia e comunione alla quale anche noi, soprattutto in questa festosa memoria, siamo chiamati a partecipare, camminando verso la luce e discernendo nella nostra vita la presenza dei messaggeri del Signore, dei suoi angeli, creature benedette e portatrici di benedizione, di lieti annunci, di gioia e pace.

sorella Ilaria


Fonte

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