Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 28 Ottobre 2019

Dei due apostoli Simone e Giuda, di cui oggi facciamo memoria, la pagina di vangelo ci dice solo del primo il soprannome e del secondo il patronimico: “Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo” (vv. 15-16). Simone è chiamato “zelota” perché apparteneva a quel gruppo di ebrei disposti a manifestare il loro zelo per Dio e per la Legge anche attraverso la violenza. Di Giuda si dice che è figlio di Giacomo, per distinguerlo dall’altro Giuda che resterà nella memoria come “il traditore”. Dai vangeli null’atro sappiamo di questi due apostoli. 

Questo contrasta fortemente con il fatto che nel brano di vangelo di oggi il soggetto dei cinque verbi principali è solo Gesù: sale sul monte, prega, chiama a sé i suoi discepoli, ne sceglie dodici e a loro dà il nome di apostoli. I discepoli non sono soggetti attivi di nessun verbo, cioè non fanno e non dicono nulla. In questo c’è un grande insegnamento.

Gesù sale sul monte “e passò tutta la notte pregando Dio” (v. 12). Nella solitudine con il Padre e in comunione con lui ha origine la scelta dei dodici. L’insistenza sulla preghiera prolungata (“tutta la notte”) pare indicare la scelta fatta da Gesù di mettersi nella disposizione interiore migliore affinché niente e nessuno lo condizioni, neppure le sue naturali preferenze, ma sia un atto di obbedienza alla volontà del Padre. Se avesse scelto in base a affetti, simpatie e favoritismi non sarebbe stato necessario ritirarsi da solo in preghiera per un prolungato discernimento. Del resto è facile scegliere i più bravi perché più fedeli e sottomessi. Più faticoso invece scegliere le persone davvero adatte al compito. 

Sceso dal monte “chiamò a sé i suoi discepoli” (v. 13). Gesù prima chiama a sé e solo poi sceglie. Avrebbe potuto rivolgersi subito a quei dodici scelti, invece per prima cosa chiama a sé tutti i discepoli. Perché questo? Perché ciascuno di loro sapesse che ciò che è fondamentale è la chiamata a stare con lui. Da questa ha origine ogni altra possibile missione. E anche perché i dodici si ricordassero che anche se sono scelti e inviati, la cosa alla quale saranno sempre chiamati è stare con lui. 

“Ne scelse dodici”. Gesù sceglie: questo è molto più di un’investitura o di una semplice nomina. È una scelta che ha l’intensità di un gesto, ha tutta forza di un atto costitutivo. Gesù ne è consapevole e dirà ai suoi: “Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti” (Gv 15,16). L’evangelista Marco usa invece un’espressione particolarmente dura “ne fece dodici” (epoíesen dódeka: Mc 3,14). Lo scegliere di Gesù è un atto creativo. 

La novità originata dalla scelta di Gesù è indicata dal fatto che ai dodici scelti “diede anche il nome di apostoli” (v. 13). Dando loro il nome nuovo di “apostoli”, Gesù in qualche modo li ricrea, li fa essere altro da quello che sono stati fino ad allora. Ma non privo di significato è quel “anche”. Perché precisarlo? Forse per ricordare che non dovranno mai ridurre la loro persona alla missione affidata. Certo, da quel momento saranno “apostoli”, ma mai solo quello. Apostoli sì, ma prima discepoli. 

Essere di Cristo è la condizione per essere qualcosa in nome di Cristo. 

fratel Goffredo

Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6, 12-19


In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore

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