Come agnelli in mezzo ai lupi
โGesรน di Nazareth รจ stato un profeta potente in azioni e parole davanti a Dio e davanti a tutto il popoloโ (Lc 24,19): cosรฌ descrivono i discepoli di Emmaus il loro maestro. Egli aveva acceso in loro la speranza che fosse lui il liberatore. Gesรน certamente lo รจ, ma non nel modo come loro se lo avevano immaginato. Per riconoscerlo i discepoli devono giungere alla comprensione del mistero della sua morte e resurrezione.
Chi aveva ascoltato Gesรน, chi รจ stato guarito da lui o era testimone delle sue azioni e parole rimase profondamente toccato da questo incontro โ se non era un fariseo, scriba o capo del popolo, chiuso nella propria autoreferenzialitร . I discepoli che lo seguivano e in particolare il gruppo piรน stretto, chiamato โi dodiciโ, erano diventati testimoni oculari della salvezza in atto, anche se spesso non capivano pienamente.
Ed ecco, un giorno, Gesรน riunisce attorno a sรฉ i dodici e dona loro potere e autoritร sui demoni e la facoltร di guarire le malattie. Li invia poi ad annunciare il regno di Dio e ad operare delle guarigioni (vv. 1 e 2). Perchรฉ a chi soffre non si puรฒ annunciare solo in parole una speranza senza toccare allo stesso tempo la sua sofferenza. Gesรน, dunque, associa questi discepoli nella sua stessa missione. Fa di loro dei co-attori della sua opera. I dodici diventano apostoli, degli inviati con lo stesso status di colui che li invia. Questi saranno allโaltezza della loro missione? Considerano che Gesรน รจ lโInviato del Padre del cielo e comprendono la loro vocazione?
Gesรน si fa il loro pedagogo e guida per questa missione. Come prima cosa fondamentale chiede loro di farsi poveri, di accettare di vivere nella precarietร , a cominciare con lโaccontentarsi del pane quotidiano, senza cercare di averlo assicurato per il domani. Come il popolo dโIsraele nel deserto, che ogni mattina poteva raccogliere la manna in quantitร sufficiente per quel giorno, senza fare delle riserve per il giorno seguente. Questa povertร รจ la condizione per imparare a non confidare nei propri mezzi, ma di avere fiducia nel Signore, che si prende cura dei suoi. Inoltre, gli sprona di viaggiare con un bagaglio leggerissimo. A queste indicazioni lโevangelista Luca aggiunge un particolare: lโinviato non prenda con sรฉ un bastone (v. 3).
Un bastone, oltre ad essere un appoggio, รจ anche unโarma. Forse รจ per questo aspetto che allโapostolo viene vietato prenderlo. Lโapostolo, come Gesรน, deve rivestirsi di mitezza, essere โcome un agnello in mezzo ai lupiโ (Lc 10,3). La povertร dellโinviato deve fare di lui un disarmato, che attende con fiducia solo dal Signore lโaiuto e la difesa.
Di piรน, egli รจ chiamato a presentarsi umilmente davanti a quelli da cui attende di essere accolto, e con rispetto accetta lโospitalitร cosรฌ come essa gli viene offerta. Se non รจ accolto โ e per un inviato del Signore questo succede, perchรฉ lโevangelo per qualcuno รจ scomodo e irricevibile โ egli non rimane a lungo turbato, ma al piรน presto si libera dai pensieri e sentimenti che rischiano di appesantirlo. Li scuote come la polvere dai piedi e con libertร prosegue il suo cammino per portare dappertutto la benedizione del Signore insieme alla testimonianza della sua fede.
sorella Alice
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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