Neppure un capello del vostro capo si perderร !
Il testo del vangelo di oggi fa parte del โdiscorso escatologicoโ che Gesรน pronuncia nel tempio di Gerusalemme poco prima del racconto della passione, morte e resurrezione. Leggiamo queste parole nella settimana che ci prepara allโinizio dellโAvvento, il tempo liturgico che piรน di altri assume in sรฉ la dimensione del futuro, dello sguardo in avanti e dellโattesa di questo futuro.
E per noi cristiani significa esercizio a uno sguardo differente sulla realtร e sulla storia, con lโinvito, pressante, drammatico, a credere alla presenza del Signore accanto a noi in ogni situazione che possiamo vivere e credere soprattutto alla sua volontร di โnon perdere di noi neppure un capelloโ (cf. Lc 21.18).
Anche nelle parole di oggi possiamo cogliere questa tensione fra la realtร drammatica che Gesรน annuncia ai suoi discepoli e la prospettiva futura che si muta in una situazione del tutto diversa.
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Cโรจ un contrasto di sguardi, che possiamo cogliere fin dallโinizio del discorso di Gesรน, quando mette in guardia dagli scribi che si preoccupano solo dellโapparenza e loda il gesto nascosto di una vedova che da tutto ciรฒ che ha per il tesoro del tempio. E poi invita a non lasciarsi ingannare dai โsegni grandi e terribiliโ che sconvolgono il mondo. Cโรจ una realtร e cโรจ la possibilitร di guardare oltre, di discernere un senso piรน nascosto ma piรน vero.
Qui gli sconvolgimenti toccano il discepolo nella sua vita quotidiana, sia nella realtร sociale (essere perseguitati dal potere religioso e politico) sia nella realtร famigliare, che si impregnano di una violenza che non risparmia nemmeno le relazioni piรน profonde (genitori, fratelli, parenti, amici).
Eppure di fronte a ciรฒ la parola di Gesรน รจ chiara: non lasciarsi ingannare, mantenere fiducia in lui che non mancherร di essere vicino, addirittura di divenire la nostra parola, abitare la nostra intelligenza e sapienza. La parola di Gesรน sprona alla perseveranza, al rimanere senza paura e senza timore anche nelle situazioni piรน difficili e sofferte, perchรฉ la salvezza non verrร meno.
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La parola fine sulle nostre anime, sulla nostra vita, non potrร essere quella dettata da altri che non sia il nostro Signore, che รจ Altissimo nel cielo ma vede lโumile (cf. Sal 138,6), il povero, lโafflitto, colui che piange, il perseguitato ed รจ capace di generare una beatitudine segno della pienezza di vita che รจ il vero โfineโ, telos della nostra esistenza.
Ancora una volta, anche oggi, risuona il paradosso del vangelo della salvezza che sboccia dove umanamente vediamo la sconfitta, la perdita, lโannientamento. Ancora una volta viene ribadita la volontร del nostro Signore che ci vuole bene fino allโultimo capello del nostro capo.
In vista del tempo di Avvento ecco allora che queste parole cosรฌ drammatiche, tragiche, mortifere, che assomigliano a ciรฒ che leggiamo ogni mattina sulle pagine dei nostri quotidiani ci รจ chiesto di non fermarci allโapparenza, di avere uno sguardo che va piรน in lร , piรน in profonditร , uno sguardo di fede che ci fa cogliere accanto a noi una presenza che non ci abbandona, che ha cura di noi e che ha tutta la forza per salvare le nostre vite. Tutte.
fratel Marco
Per gentile concessione del Monastero di Bose.
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