Fate attenzione a come ascoltate
Oggi sono offerti alla nostra meditazione solo tre versetti, a prima vista sembrano pochi e potrebbero lasciare insoddisfatta la nostra bulimia di parole. Ma la qualità di ciò che leggiamo è forse da valutare in base alla sua lunghezza? In proposito mi viene in mente un criterio che Paolo de Benedetti utilizzava per valutare un libro. Diceva: “la qualità di un libro è inversamente proporzionale al dolore che provoca cadendo su un piede”.
Il primo versetto letto è talmente ovvio da sembrare inutile: “Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto il letto”. Questa considerazione così elementare serve a svelare ciò che a un altro livello rischia di sfuggire.
A quest’altro livello ci introduce il secondo versetto: “Non c’è cosa nascosta che non divenga manifestata, cosa segreta che non sia conosciuta e venga manifestata”. Le cose vengono nascoste per salvaguardarne la preziosità, perché possano essere ritrovate da chi le ha nascoste, perché nascondendole se ne vuole proteggere il valore e perché non avvenga “di gettare le perle ai porci” (Mt 7,6)
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Ed eccoci al terzo e ultimo versetto che si apre con l’incisivo: “State attenti”. L’ovvietà del primo versetto serve proprio a far portare l’attenzione su ambiti in cui l’attenzione rischia di essere attirata da particolari secondari e non su ciò che conta davvero. L’attenzione particolare a cui l’evangelista Luca vuole portarci è al come ascoltiamo.
La parabola del seminatore appena precedente ai nostri versetti è tutta orientata a mettere in moto la funzione principale delle nostre orecchie. Si conclude infatti con: “Chi ha orecchi per ascoltare ascolti”.
Con questi tre versetti si vuole andare ancora più in profondità dicendo che non basta ascoltare, occorre un’attenzione particolare anche alle modalità che si adottano durante il faticoso e fecondo esercizio dell’ascolto, e in particolare dell’ascolto della parola di Dio contenuta nelle parole delle sante Scritture.
L’ascolto della parola di Dio equivale ad accendere una lucerna all’interno delle nostre vite, ma se poi questa lucerna non illumina effettivamente le nostre esistenze, non orienta le nostre scelte, non guida i nostri passi (Sal 119,105) è come se venga nascosta sotto un vaso o sotto il letto. Non serve a nulla!
Ecco dunque come potremmo parafrasare la seconda parte del terzo versetto: A chi avrà letto la parola di Dio, sarà data l’attenzione per ascoltarla e riceverne illuminazione per la propria vita. A chi non ha letto e ascoltato con attenzione la parola di Dio, anche quello che crede di aver ascoltato sarà tolto, perché in realtà non avendo letto e ascoltato non può riceverne nessuna illuminazione per la propria vita.
“Non accostiamoci distrattamente alle parole delle sante scritture senza aver prima pregato e aver chiesto aiuto a Dio… La preghiera è la chiave per discernere la verità nelle Scritture”. In questo modo faremo davvero attenzione a come ascoltiamo e ne trarremo illuminazione per le nostre vite.
Dario di Cellole
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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