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Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 23 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 8,16-18

“E Cristo ti illuminerร ”

Siamo subito dopo la parabola del seminatore, che รจ il contesto cui si riferiscono questi pochi versetti. Meglio dunque riprendere la parabola e la spiegazione del suo significato che Gesรน stesso ha dato. Il suo insegnamento riguarda due situazioni in cui tutti ci ritroviamo e partecipiamo in momenti diversi: quando il seme viene gettato e quando viene ricevuto. Narrando poi la vicenda del seme prima di quella dei terreni, Gesรน dosa in modo diverso una rassicurante consolazione e un avvertimento responsabilizzante.

Siamo chiamati ad imparare ad avere fiducia in un seminatore disposto a sprecare per dare a tutti una possibilitร . A credere che il risultato รจ comunque garantito perchรฉ se anche solo una parte giunge a maturazione, frutta moltissimo, al di lร  di ogni speranza (sembra che la proporzione media dellโ€™epoca fosse sette volte tanto).

Siamo avvertiti del pericolo di un itinerario interrotto da impedimenti umani, una maturazione/maturitร  non raggiunta per cause varie: superficialitร ; fiducia โ€œper un certo tempoโ€; altri tipi di presenze e di motivazioni che compaiono e si insediano. Tuttavia tutto รจ affrontabile, ascoltando con il cuore sintonizzato a quello di Dio, il solo Buono e Perfetto (cf. Lc 18,19; Mt 5,48;), trattenendo in sรฉ la Parola come il proprio tesoro, arrivando al frutto attraverso la perseveranza, che รจ il povero ed umanissimo strumento di chi affronta la quotidianitร  senza possedere doti particolari.

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I nostri versetti sembrano voler esplicitare meglio questi strumenti collocandoli nella relazione con Gesรน, costruita e sostenuta dallโ€™ascolto e dalla pratica della Parola (la Buona Novella viene vanificata se non cโ€™รจ questo) e mostrare come non cadere in questi trabocchetti esistenziali che non permettono di accogliere la generositร  di Dio.

Per prima cosa occorre lasciarsi illuminare dalle parole appena pronunciate da Gesรน, accoglierle con gratitudine e considerarle ciรฒ che davvero รจ la luce della nostra casa, che ci permette di muoverci senza andare a sbattere contro qualcosa, dato che al buio tutto diventa ostacolo. La luce che splende sul volto di Cristo trasfigurato, sfigurato e risorto รจ il compimento della luce primordiale della creazione che rende possibile gli altri atti creativi fino alla vita โ€œmolto buonaโ€ (cf. Gen1,3.31;).

La sapienza provvidenziale di Dio ci dona la luce che non รจ affatto nascosta ma collocata con intelligenza per risplendere in ogni creatura ed in ogni ambito di vita. Riconoscerla significa anche imparare a nostra volta a collocarla bene: non deve essere coperta da nulla o venir mal sistemata.
Dobbiamo interrogarci sul โ€œcome e doveโ€ vediamo e poniamo ciรฒ che illumina il nostro quotidiano, su cui dobbiamo costantemente esercitare il nostro discernimento per non cadere in comportamenti assolutamente stupidi. 

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Si tratta di fare attenzione a come comprendiamo le semplici e trasparenti parole del Vangelo che non sono misteri esoterici, oscure parole iniziatiche, ma luce che illumina il percorso del discepolo nel susseguirsi dei giorni, nel tempo che tutto svela e fa conoscere in pienezza di luce, da vivere con timore ma senza terrore e con fiducia, perchรฉ โ€œtutto quello che viene manifestato dalla luce รจ luceโ€ฆ e Cristo ti illuminerร !โ€ (cf. Ef 5,13 ss.).

fratel Daniele

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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