Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 23 Dicembre 2021

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Questo brano pone sulla scena una molteplicità di persone: i parenti, i vicini, tutti quelli che udivano. Sono essi gli attori e attraverso le loro parole e i loro sentimenti ci viene narrata la nascita di Giovanni e come i suoi genitori l’hanno compresa e accolta. “I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in Elisabetta la sua grande misericordia”. 

Il testo dice letteralmente: “che aveva magnificato il Signore la sua misericordia per lei”. Nel vangelo di Luca il verbo magnificare (megalunō) si trova solo qui e all’inizio del Magnificat (Lc 1,46) e anche il termine eleos, parola che traduce la bontà compassionevole e la misericordia – e che nella Scrittura dice uno degli attributi più importanti dell’agire di Dio – compare solo nel Magnificat (1,50.54) nel Benedictus (1,72.78), nel nostro brano e nella parabola del buon samaritano (10,37). 

Di Zaccaria è detto che “parlava benedicendo Dio”: il verbo benedire (quattordici volte in Luca, di cui sei nei vangeli dell’infanzia) rimanda all’esclamazione di Elisabetta nell’incontro con Maria: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (1,42). 

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Per la nascita di Giovanni è come se un Magnificat pubblico venisse intonato, nel quale sono dette le grandi opere del Signore, la sua bontà misericordiosa, la sua grazia. La gente prova gioia condivisa (“si rallegravano con” 1,58), meraviglia (1, 63) e paura (1,65 termine che ricorre solo tre volte in Luca) e tutti ascoltano e pongono queste cose nel loro cuore, anticipando quello che sarà l’atteggiamento di Maria (Lc 2,19 e 2,51). Gioia e timore si mescolano di fronte all’azione del Signore. 

Questa azione è adombrata nei nomi di Elisabetta (il mio Dio ha giurato), di Zaccaria (il Signorericorda) e di Giovanni (il Signore fa grazia), ma non rimanda a questi personaggi, bensì all’evento di cui essi sono precursori e testimoni: la salvezza operata dal Signore. Il Signore ricorda, il Signore fa grazia. 

Maria aveva detto: “L’Onnipotente ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia” (1,54) e Zaccaria canterà: “Benedetto il Signore, Dio d’Israele… che ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni” (Lc 1,68-75). 

La venuta nel mondo di Gesù il Messia è preceduta dalla confessione che il Signore fa grazia, è accompagnata dal riconoscimento di come il Signore, nella sua misericordia, fa grazia, cioè perdona e salva. Sono quei “giusti che osservavano irreprensibili l’insegnamento del Signore” (1,6), quei poveri che avevano atteso il compimento della promessa (Lc 1,45), il resto fedele di Israele che ha creduto anche nelle ore della prova, che ora sanno dire l’opera di Dio, dare un nome e un volto alla grazia e alla salvezza. E tutti coloro che sono intorno, tutti i conoscenti e i vicini sono resi testimoni e cantori delle grandi opere del Signore, della sua presenza, dell’azione della sua mano.

sorella Raffaela


Fonte

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