Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 20 Settembre 2019

“C’erano con lui (Gesù) i Dodici e alcune donne”. Il gruppo di donne che vive insieme a Gesù è collocato dall’evangelista Luca all’interno del cerchio più ristretto che lo seguiva insieme ai Dodici con particolare riferimento al suo andare per villaggi annunciando l’evangelo. Fin dall’inizio della predicazione di Gesù in Galilea le donne sono testimoni della sua vita e della sua predicazione e dunque anche dell’insegnamento privilegiato che Gesù riserva al gruppo più ristretto dei suoi discepoli e delle sue discepole. Che delle donne fossero alla sequela di un Rabbi d’Israele era un fatto innovativo, anzi rivoluzionario per la mentalità sociale e religiosa di quel tempo. Rabbi Eliezer insegnava: “Le parole della Torà devono essere distrutte dal fuoco piuttosto che insegnate alle donne” (Sotah 19a). Al contrario, Gesù non solo non ha negato il suo Vangelo alle donne ma ha anche voluto che stessero “con lui” per essere pienamente parte della sua comunità composta da uomini e da donne. 

Nel nostro brano le donne chiamate per nome sono Maria, Giovanna e Susanna, delle quali si dice soltanto che erano state donne bisognose di quel perdono e quella guarigione che avevano trovato in Gesù. Ciò che rende uguali queste donne è dunque quello che Gesù ha fatto a loro, così che la sola cosa che hanno in comune è Gesù stesso. Ora lo seguono senza paura di amare ed essere amate da lui, ben sapendo di rompere tabù e sfidare pregiudizi.

“E molte altre, che li servivano con i loro beni”; questa indicazione finale non precisa quante fossero esattamente, ma dice che le donne che hanno scelto di seguire e servire Gesù non era un gruppo esiguo e perciò ben identificato, ma una realtà consistente, sono appunto “molte”. Ma c’è qui una parola chiave, il verbo “servire” (diakoneo), l’unico verbo di cui nel nostro brano le donne sono soggetto attivo, “li servivano con i loro beni”.

Se leggiamo con intelligenza i Vangeli possiamo vedere che i discepoli sono legati a Gesù da un rapporto di servizio vicendevole condiviso anche dalle donne, senza distinzione. Pertanto, nulla ci deve anche culturalmente impedire di pensare che quelle donne si mettessero al servizio di Gesù e dei Dodici prendendosi cura di loro anche nei bisogni più quotidiani, mettendo a disposizione le loro risorse economiche.

Nell’ora nella quale le giuste e motivate rivendicazioni femminili a fatica hanno raggiunto anche la vita della chiesa, probabilmente il Vangelo di oggi non soddisfa fino in fondo e forse può risultare perfino imbarazzante. In realtà, questo conciso racconto di Luca attesta che le donne che hanno vissuto con Gesù mostrano di aver compreso che il Vangelo prima di essere un messaggio da annunciare è una persona con la quale condividere la vita, un uomo concreto da amare e dal quale essere amati: Gesù. Molto prima e in modo più spontaneo ed evidente dei discepoli, le donne hanno saputo rompere l’involucro esterno della “buona notizia del regno di Dio” per raggiungerne il nucleo incandescente: Gesù in persona.

Che delle donne abbiano amato Gesù e che lui abbia ricambiato il loro amore non è un dettaglio marginale del racconto evangelico ma è Vangelo. 

fratel Goffredo

Fonte

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C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8, 1-3

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Parola del Signore

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