Come ascoltate
Questi detti di Gesù fanno parte di una serie di brevi detti contenuti nella fonte comune utilizzata dai tre evangelisti sinottici, ma ciascuno li ha collocati in momenti diversi del racconto con un preciso intento redazionale. Ora Luca ci sta parlando dell’ascolto della Parola e della fede che deve mutare questo ascolto in prassi.
La luce che illumina ogni cosa e risplende intorno a noi è la luce che è dentro di noi, se lasciamo che la parola giunga in profondità e renda manifesta la parte nobile e buona del nostro cuore. Altrove Gesù aveva detto che la bocca parla dalla pienezza del cuore (cf. Mt 12,34) e che l’uomo buono trae fuori cose buone dal buon tesoro del suo cuore (cf. Mt 13,52). Il Signore ci chiede di abitare la profondità del cuore e di lasciare che in questa profondità sia custodita la sua parola come il seme accolto dal cuore nobile e buono.
Ma il seme non rimane nella terra, che proprio in questi giorni viene arata per accoglierlo. Esso non rimane nascosto, ma dalla profondità del terreno esce all’aperto per dare la spiga che biondeggia nei campi d’estate. Così quella profondità del cuore che accoglie la Parola, come il terreno scavato e reso profondo per costruire la casa sulla roccia, non è più il luogo dei segreti che ci spaventano, che nascondiamo perché alimentano la nostra paura e la nostra vergogna.
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Se lasciamo che la Parola, la sola e vera luce che illumina ogni uomo che viene al mondo, illumini anche la nostra oscurità e le tenebre che ci avvolgono, la verità che ci ferisce illuminata dalla misericordia di Dio diventerà la verità che ci farà liberi.
L’esortazione al centro di questi due versetti ci insegna che c’è un “come”, una modalità dell’ascolto della Parola che ci libera dalle nostre paure e ci impone una prassi, una concretezza che deve far seguito alla Parola ascoltata e accolta: “Perché mi invocate: ‘Signore, Signore!’ e non fate quello che dico?” (Lc 6,46) .
Illuminati dalla sua parola ogni uomo, ogni donna possono essere quella lampada che illumina ogni cosa. La fede è lasciare che nelle profondità del terreno il seme germogli e cresca senza che noi sappiamo come. La fede è sapere che il Signore c’è quando la barca è sbattuta dalla tempesta, c’è anche se dorme.
Quando la Parola è accolta nelle profondità del nostro cuore nessuno potrà togliercela, nessuno potrà spegnere quella luce che alimenta la nostra fede e il nostro cammino di umanità, anche in quei momenti in cui sarà ridotta a una fiammella smorta. Questa speranza deve guidare il nostro ascolto perché la Parola come il seme possa germogliare, crescere, rendendo manifesta l’unica verità che ci salva: che ogni essere umano così come egli è un figlio amato da Dio.
Niente e nessuno possono alterare questa verità. Questo è il seme di bontà e bellezza custodito nel cuore di ciascuno, anche se pochissimi ne sono consapevoli. Il cammino di conversione all’umanità è un cammino di purificazione dello sguardo dentro e fuori di noi, perché possiamo tornare e vedere e gioire di questa luce che è già in noi come scriveva Michel de Certeau: “E tu sei già dentro di me, quand’anche io tenti di chiudere le porte sulla mia notte”.
fratel Nimal
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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