La parola di Dio non puรฒ fare a meno di un ascoltatore attento e amante: รจ questo forse uno dei messaggi che ci consegna il vangelo di oggi. Lโesperienza infatti insegna che la parola รจ per metร di chi parla e per metร di chi ascolta. Quali sono dunque le disposizioni per ascoltare bene la Parola?
Un primo elemento: impariamo solo da chi amiamo. Lโamore ci rende piรน disposti allโascolto, piรน essenziali, piรน ricettivi verso le voci che ci raggiungono, perchรฉ piรน liberati dal girare su noi stessi. Bisogna inoltre coltivare il proprio orto interiore per accogliere la parola di Dio, essendo capaci di amore. Nellโinterpretazione della parabola del seminatore i terreni che non producono nulla sono proprio quelli per niente o poco lavorati: la strada, la pietra, le spine che soffocano i germogliโฆ Superficialitร ; instabilitร ; mancanza di quella profonditร che rende saldi nel momento della prova, perchรฉ le nostre scelte non dipendono dallโesterno ma da noi; lโessere invasi da piรน realtร che seducono, affascinano, distraggono, facendo perdere il senso di quel che รจ vero e soffocando la parola; lโesibizionismo e lโostentazione della fede, che cela una povertร o unโinconsistenza interioriโฆ Lโascolto della parola di Dio domanda questa cura personale del terreno che ciascuno e ciascuna di noi รจ. Un lavoro agricolo interiore! Come?
Piace fare uno sviluppo forse un poโ stravagante nella lettura del brano. Normalmente si pensa alla parola di Dio come qualcosa contenuto in un testo. Nel vangelo invece รจ la parola di un essere umano, Gesรน. Sappiamo che Gesรน รจ la Parola che illumina ogni essere umano che viene al mondo (Gv 1,9). Per questa illuminazione interiore ciascun essere umano puรฒ divenire per lโaltro una parola che si riceve da Dio e lโaltro puรฒ trasformarsi nel terreno in cui questa parola deposta germogli.
Cosรฌ la parabola e la sua spiegazione raccontano quel che accade in questo incontro. Quando la parola che lโaltro รจ ci raggiunge pure in modo maldestro e infelice, puรฒ nascere in noi il processo dellโascolto. Esso svela in noi la nostra mancanza di empatia, la nostra insensibilitร . Se continua a fare il suo lavoro manifesta la fragilitร del nostro ascolto, la nostra fatica a portare il peso dellโaltro. Rivela poi quanto il nostro ascolto che vorrebbe custodire lโunicitร dellโaltro sia in realtร distratto, preso dal canto di tante sirene.
Il terreno buono che risulta alla fine non รจ un quarto terreno che si aggiunge agli altri dallโesterno e si distingue da essi. In realtร รจ lโunico e medesimo terreno che รจ stato lavorato da questo ascolto. La parola che lโaltro รจ proprio nel trarre a galla le resistenze, le ferite e le impossibilitร del nostro ascoltare rende possibile fare qualcosa di esse. Cosรฌ lโaltro โ e lโaltro difficile in particolare โ ci puรฒ insegnare a incontrare il nemico per tentare a incontrarsi come persone. E soprattutto nel lavoro di dissodamento e concimazione del terreno ci insegna lโimportanza di disarmare lโaggressivitร accogliendola senza rimbalzarla specularmente sullโaltro. Grazie allโaltro diveniamo terreno buono!
fratel Davide
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