Gesรน continua il suo insegnamento sulla franchezza, sulla schiettezza e sulla fiducia. Nei versetti precedenti aveva messo in guardia i suoi discepoli contro la tenebra dellโipocrisia, invitandoli a vivere nella luce dellโunificazione interiore, che si fonda sulla franchezza del cuore e della parola. Aveva messo in guardia contro la tenebra della paura che puรฒ sorgere di fronte allโostilitร e alla persecuzione, invitandoli a vivere nella luce della fiducia, che si fonda sulla pace di un cuore che si sa conosciuto, amato e stimato dal Padre.
In questi versetti come nei successivi cโรจ una sfida che i discepoli sono chiamati ad affrontare: la sfida della fede, qui concretamente declinata come fede nel futuro, in quellโultimo giorno che, anche se non esplicitato, si intravede dietro a tutti i verbi al futuro usati in contrapposizione a quelli al presente, e anche dietro ad immagini quali quella degli โangeli di Dioโ (vv. 8 e 9). Cโรจ un oggi, con tutte le sue contraddizioni, sfide e tentazioni, ma oltre ad esso cโรจ un domani: da questo domani Gesรน ci invita a guardare il presente. Ci invita a operare un distacco da quel che viviamo โin direttaโ, a fare un passo indietro, o meglio in avanti, rispetto a ciรฒ che ci รจ contemporaneo. Perchรฉ, nella fede, cโรจ un domani che giudica il nostro oggi, come cโรจ un oggi che condiziona il nostro domani.
La figura di fronte alla quale noi come discepoli siamo chiamati a misurare se viviamo o no la sfida della fede come fiduciosa apertura a quel โdomaniโ รจ qui molto chiaro: รจ la figura di Gesรน, del Figlio dellโuomo. Sarร di fronte a lui, nellโultimo giorno, che si opererร un giudizio sulla nostra vita. E ciรฒ che questo brano ci chiede di verificare si potrebbe riassumere in una domanda: โVivi nella coraggiosa trasparenza il tuo oggi? In esso la tua fede in Gesรน, pur tormentata e povera, รจ il luminoso cardine della tua vita?โ. Perchรฉ solo da questo dipende il nostro essere esplicitamente testimoni di Gesรน: da quanto โveraโ รจ la nostra fede โ quello che nel nostro brano รจ detto con le parole โchiunque mi riconoscerร /rinnegherร davanti agli uominiโ (vv. 8-9) โ dipendono anche la veritร e la franchezza delle nostre parole di fede โ quello che nel nostro brano รจ detto con le parole โchiunque parlerร contro il Figlio dellโuomoโ (v. 10) e โchi bestemmierร lo Spirito santoโ (v. 10). Non dobbiamo dimenticare ciรฒ che altrove ci dice Gesรน: โIn base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannatoโ (Mt 12,37).
Lo Spirito santo รจ lโagente della nostra fede, ciรฒ che la anima e la sostiene: egli ispira il nostro agire e il nostro parlare. Se viviamo tutta la nostra vita nellโesercizio a lasciare agire in noi lo Spirito, consapevoli che รจ โlui a insegnarci ogni cosaโ (cf. Gv 14,26), forse riusciremo anche a lasciarlo parlare nel momento estremo della prova, consapevoli che egli โci insegnerร in quel momento ciรฒ che bisogna direโ (cf. v. 12). Egli infatti รจ colui che ha โmosso dal di dentroโ tutta la grande storia della salvezza e che fa lo stesso anche con tutta la piccola ma unica storia della nostra personale salvezza. Per questo bestemmiarlo, cioรจ misconoscerne lโazione, รจ imperdonabile (cf. v. 10).
fratel Matteo
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