Urgenza dellโazione, urgenza del silenzio
Vi รจ un โsubitoโ che ci accompagnerร nella lettura del vangelo di Marco di queste settimane e che รจ posto allโinizio del brano odierno.
Subito dopo il battesimo Gesรน รจ spinto dallo spirito nel deserto; subito dopo la chiamata i discepoli lasciano parenti e reti e lo seguono; subito Gesรน inizia il suo ministero terapeutico guarendo; subito, entrato nella casa di Pietro, guarisce sua suocera ed ella allโistante, rialzata e tornata alla vita piena, si mette a servirli.
Vi รจ un dinamismo, potremmo dire una urgenza che accompagna Gesรน e diviene segno del suo agire, del suo predicare, del suo incontrare lโumanitร che contagia chi gli รจ accanto, quasi fosse un timbro distintivo e la cifra dellโessere discepolo e discepola.
- Pubblicitร -
ร lโurgenza che abbiamo ascoltato nel vangelo di Luca durante lโavvento nella visita di Maria a Elisabetta, รจ la fretta dei pastori che nella notte si mettono subito in cammino per andare a visitare il bambino come indicato loro dallโangelo.
Urgenza sempre dettata dal desiderio dellโincontro con lโumano e le sue debolezze e malattie. Cosรฌ il ministero di Gesรน diviene sin dallโinizio soprattutto ministero di predicazione che si fa ascolto e guarigione. Non assume mai il tono di spiegazione cattedratica fine a sรฉ stessa, disincarnata, ma รจ parola che si fa carne come abbiamo ascoltato nel prologo del vangelo di Giovanni il giorno di Natale (cfr Gv 1,14). Parola che si moltiplica in tante parole e gesti di vita che Gesรน annuncia e compie.
Tutto senza clamori, in un silenzio continuamente richiesto a chi รจ guarito, ai demoni, a tutti. Silenzio che nella prima parte del Vangelo di Marco diventa come un refrain che si modula a seconda di chi ha di fronte.
- Pubblicitร -
Ma da dove viene tutta questa energia, questa forza per vivere lโurgenza?
Costantemente i vangeli ci ricordano che a momenti di grande concitazione e con folle numerose ne seguono altri di preghiera in solitudine e silenzio. In Gesรน a quello che a prima vista, con le categorie odierne, sarebbe definito comportamento โiper-cineticoโ, segue sempre un tempo e un luogo in cui ritrovare quiete e silenzio, apparentemente di non-attivitร che permetta la preghiera.
Come dice lโantico adagio che la parola viene dal silenzio, esso si fa in lui prassi di vita quotidiana, non relegata a momenti e tempi particolari e straordinari. Da quel silenzio e in quel silenzio ritrova le energie per ricentrare il suo ministro, per custodire il rapporto con il Padre, per continuare ad avere viscere di misericordia per lโumanitร malata evitando i rischi di una sovraesposizione, di soffocamento da parte delle folle di malati alla ricerca di guarigione.
La preghiera e il silenzio sono gli strumenti che permettono a Gesรน di vivere con equilibrio il suo ministero, il suo andare e predicare sempre rinnovato: ยซAndiamocene altrove, nei villaggi vicini, perchรฉ io predichi anche lร ; per questo infatti sono venuto!ยป (Mc 1,38). La preghiera e il silenzio sono altresรฌ lโinsegnamento che lascia a noi per evitare il rischio dello stordimento da messaggi e notizie continuo e pressante.
Ognuno e ognuna di noi possiede giร un luogo e un tempo anche poco, quello possibile, in cui poter sostare, in silenzio: noi sta il saperlo vedere e decidere di fermarcisi un momento ogni giorno.
fratel Michele
Per gentile concessione del Monastero di Bose.
Puoi ricevere il commento al Vangelo del Monastero di Bose quotidianamente cliccando qui